Cinque gli indagati, tra cui il Rettore dell'Università per Stranieri di Perugia e il Direttore Generale dell'università, ma non il calciatore
Anche se ti chiami Luis Suarez e sei un famoso calciatore, per ottenere la cittadinanza italiana non basta saper coniugare i verbi all'infinito. Sarebbe stato infatti una farsa l'esame di conoscenza della lingua sostenuto dal Pistolero all'Università per stranieri di Perugia il 17 settembre scorso, con tanto di domande concordate e punteggio assegnato prima della prova. Secondo la procura di Perugia e la Guardia di Finanza, che stamattina hanno perquisito gli uffici dell'Università, c'era un accordo illecito che avrebbe consentito all'attaccante del Barcellona di superare il test (necessario per avere la cittadinanza italiana da usare poi per motivi professionali) senza dover studiare. Cinque gli indagati, tra cui il Rettore dell'Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli, e il Direttore Generale dell'università, Simone Olivieri, ma non il calciatore. Anche se la sua posizione non è certo chiarita. Dalle intercettazioni effettuate emerge l'accordo sull'esame, di cui erano a conoscenza anche l'esaminatore Lorenzo Rocca e Stefania Spina, incaricata della preparazione del candidato e dell'organizzazione della sessione d'esame. "Per dirtela tutta – si legge nello stralcio di dialogo tra Diodato, un professore, e Spina -, oggi ho chiamato Lorenzo Rocca che gli ha detto la simulazione d'esame e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l'esame": una mossa necessaria dato che, sempre secondo la Spina, "non spiccica una parola". Ai dubbi dell'interlocutore non riconosciuto ("che livello dovrebbe passare?") la risposta di Spina è palese: "Non dovrebbe, deve, passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1". Un compito difficile visto che "è un A1 (livello base)" e "non coniuga i verbi", "parla all'infinito".
Dialoghi che per gli inquirenti sono diventati la prova di come gli argomenti oggetto della prova d'esame siano stati "preventivamente concordati" con il candidato, al quale il punteggio "è stato attribuito prima ancora dello svolgimento" si legge nella nota del procuratore Raffaele Cantone. In modo tale – emerge dal decreto della procura perugina – da "blindare l'esito favorevole".
Il calciatore aveva fatto domanda di cittadinanza per ottenere il passaporto in virtù di un possibile trasferimento alla Juventus, poi sfumato. Il club bianconero "era intenzionato a tesserare il giocatore e l'Università era disponibile nel far sostenere l'esame. I problemi sono sorti quando ci siamo trovati di fronte ad una persona che non aveva alcuna conoscenza dell'italiano", ha spiegato Selvaggio Sarri, colonnello della Guardia di Finanza che coordina le indagini. La Juve non è indagata, attualmente, "ma vediamo cosa emergerà", ha chiarito il colonnello precisando che è stata la stessa società torinese "attraverso il suo staff, a rivolgersi all'Università per Stranieri per sapere se ci fosse la possibilità di far svolgere a Suarez l'esame". Sottolineando che nessun appartenente al club piemontese è indagato. Dall'indagine sono comunque emersi contatti tra lo staff juventino e i vertici dell'Ateneo che ha poi materialmente organizzato l'esame del calciatore. "Perché lo ha fatto?" si chiede il colonnello Sarri. "Probabilmente per il ritorno d'immagine che sarebbe derivato".
L'indagine della Gdf è precedente al caso Suarez ed è partita nel febbraio 2020 "per attività poco trasparenti" dell'Università per stranieri. Lo stesso ateneo umbro ha ribadito "la correttezza e la trasparenza delle procedure seguite per l'esame sostenuto dal calciatore Luis Suarez e confida che ciò emergerà con chiarezza al termine delle verifiche in corso".
Intanto la notizia ha riportato in auge il tema della cittadinanza italiana, con ong come Amnesty international che hanno ricordato come per lo ius soli o ius culturae "si stia aspettando da anni". Il premier Giuseppe Conte ha invitato a non rincorrere le reazioni "emotive" confidando nell'inchiesta della magistratura. Che si preannuncia molto più ampia del caso Suarez.
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