E' scomparso ieri a 81 anni lo storico allenatore dell'Inter. Cordoglio di tutte le Società
Quel grido 'vergogna' rivolto all'arbitro Ceccarini per il mancato rigore su Ronaldo, lo ha fatto entrare di diritto nel cuore dei tifosi dell'Inter. Perché sì, Gigi Simoni, scomparso oggi all'età di 81 anni, sarà ricordato per sempre per l'espulsione dopo le veementi proteste in quella partita contro la Juventus, il 26 aprile 1998, che di fatto lancerà i bianconeri verso la vittoria di uno scudetto fra mille polemiche proprio a discapito dei nerazzurri. Nessuno ricorda che nelle tre giornate successive, l'Inter non seppe approfittare di un mezzo passo falso della Juventus pareggiando con il Piacenza e perdendo contro il Bari. Per (quasi) tutti quello sarà lo scudetto del 'rigore su Ronaldo' e delle proteste di Simoni contro l'arbitro.
Una carriera lunghissima, quella del tecnico emiliano, prima da calciatore e poi da allenatore, racchiusa di fatto in quei pochi minuti fra l'episodio del contatto Iuliano-Ronaldo e l'espulsione. E' stato Panchina d'Oro nel 1998. Il destino ha voluto mettere lo zampino nelle date: Simoni scompare proprio nel decimo anniversario del Triplete nerazzurro. "Ci ha lasciati oggi, 22 maggio. Una data non casuale, la data più interista di tutte", si legge nella nota del cordoglio del club. "Di Gigi Simoni ricordiamo e ci mancherà tutto. Il suo essere signore, innanzitutto. Un modo di vivere, la vita e il calcio, mai sopra le righe. Anche il suo calcio era così: umile ma funzionale, capace di far fruttare al meglio ciò che aveva a disposizione". Nato a Crevalcore il 22 gennaio 1939, Simoni ha avuto una discreta carriera da calciatore in Serie A con le maglie di Mantova, Napoli, Torino, Juventus, Brescia e Genoa. Centrocampista di qualità, ha disputato complessivamente 368 partite da professionista (62 reti), di cui 187 in Serie A, con 32 reti. Ben più lunga la carriera da allenatore e poi da dirigente. Simoni ha ottenuto otto promozioni da campionati professionisti (record condiviso con Osvaldo Jaconi), di cui ben 7 in Serie A con Genoa (1975-1976 e 1980-1981), Brescia (1979-1980), Pisa (1984-1985 e 1986-1987), Cremonese (1992-1993) e Ancona (2002-2003), e una in Serie C1 con la Carrarese (1991-1992). Genoa e Cremonese le squadre a cui rimarrà maggiormente legato, tanto da essere inserito nella Hall of Fame del leggendario club ligure e nominato 'allenatore del secolo' dei grigiorossi.
Nella seconda metà degli anni novanta le due parentesi nel Napoli e nell'Inter, le squadre più importanti che ha guidato. Con gli Azzurri nel 1997 viene esonerato con la squadra in caduta libera in campionato, ma in finale di Coppa Italia. Con l'Inter ottiene un secondo posto in Serie A nel 1998 quando conquista anche la Coppa Uefa nella finale tutta italiana contro la Lazio a Parigi. Sarà questo l'unico trofeo della sua carriera. L'anno dopo viene esonerato da Massimo Moratti a fine novembre. Da lì inizia un lungo girovagare, con un'esperienza anche in Bulgaria al Cska Sofia. Ottiene una promozione in A con l'Ancona, allena anche il Torino in B e torna per una breve parentesi a Napoli. Chiude la carriera come direttore tecnico prima del Gubbio in Serie C e poi ancora alla Cremonese, fino al 2016.
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