L'ex capitano rossonero verso il sì al ruolo di Dt

I tifosi del Milan sono in fibrillazione. Non gioca e non fa gol il quasi 51enne dirigente rossonero, ma i milanisti si sono convinti del fatto che, proprio perché ponderato e meditato come sempre ha fatto in carriera, se da parte di Paolo Maldini al nuovo ruolo di Dt ci sarà un sì al progetto Elliott sarà di buon viatico per la navigazione rossonera del fondo statunitense. La tifoseria sa fare due più due e si è accorta che quando Paolo era scettico sul mostro a due teste Galliani-Barbara Berlusconi, le cose poi non sono andate bene per il Milan. Lo stesso dicasi quando il figlio di Cesare ha detto no alla proposta della proprietà cinese che lo avrebbe trasformato in sottoposto di Fassone e Mirabelli, in una vicenda dal seguito noto a tutti. Già, la proprietà. Prima di accettare di firmare per il Milan nello scorso mese di agosto, Paolo era stato a New York a guardare direttamente negli occhi la famiglia Singer.

Oggi la storia si ripete, con colloqui e confronti continui. Del resto con Maldini è importante togliere tutto il fumo dalle proposte di lavoro e dalle trattative, Se c'è chiarezza, se c'è sostanza e se c'è autonomia operativa, lui c'è. Altrimenti non c'è. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno al Milan. In primis per il nome dei Maldini, poi per il rispetto per se stesso, quindi la decisione. Mai umorale, ma soppesata e sottoposta alla verifica dei fatti e degli impegni che lui prende e che deve prendere che lavorerà con lui. La giornata di oggi è stata quella del silenzio del presidente Scaroni in Lega ad una domanda sul sì di Maldini, un no comment dovuto al fatto che il numero uno del club non può confermare una notizia che il club stesso non ha ancora comunicato ufficialmente. Ma ci sono gli applausi di Adriana Fossa, moglie di Paolo, sui social a chi parla di "sensazioni positive" sul sì di Paolo. E lo stesso ex capitano, intercettato dai cronisti all'uscita da Casa Milan, ha dato più di un indizio sulla possibile fumata bianca: "Se da parte mia c'è disponibilità? Assolutamente sì. Sono sempre ottimista. Stiamo parlando".

Il team che asseconderà le linee del nuovo responsabile dell'area tecnica del Milan, sarà messo a sua disposizione da Ivan Gazidis e da Elliott. Non raccoglie particolari conferme, ma anzi delle sostanziali smentite, l'idea di un coinvolgimento di Alessandro Costacurta come club manager rossonero. Crescono invece non solo i particolari, ma anche i consensi attorno alla figura di Marco Giampaolo. Qualche punto, sulle criticità della sintonia fra Leonardo e Gattuso, il Milan lo ha perso durante la stagione. E dal momento che la Champions è stata fallita di un solo punto, il feeling fra il dt e il mister diventa fondamentale in una grande piazza come Milano e in una grande società come il Milan. Che Paolo non sia rimasto affascinato solo dall'idea delle caratteristiche di Giampaolo come allenatore ma anche dai primi contatti e colloqui, è un importante punto a favore della strategia.

Sa insegnare calcio ai giovani Giampaolo, più di Simone Inzaghi, che ha rinnovato con la dirigenza laziale e che non si è distinto nel lancio dei giovani in questi anni comunque per lui positivi alla Lazio. Stimatissimo da tutti i giocatori che ha avuto e dai colleghi allenatori della Serie A, Giampaolo è un tecnico che ride poco, che parla poco, ma che lavora molto. Se la dirigenza e la tifoseria sapranno proteggerlo e tutelarlo, sarà in grado di fare bene anche a Milano come gli è accaduto di recente sia a Empoli che a Genova. Nell'estate del 2016, quando poi le varie parti in causa mediarono sul nome di Vincenzo Montella, già Adriano Galliani avrebbe voluto portare Giampaolo prima a Casa Milan e poi a Milanello.
 

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