Le due squadre avrebbero gonfiato le proprie entrate attraverso "contratti fittizi". Nello scandalo sarebbe coinvolto anche Gianni Infantino, attuale presidente della Fifa
Football Leaks rischia di scatenare un nuovo terremoto all'interno del calcio europeo. E getta ombre minacciose sui protagonisti principali, i top club, così come sull'organo che lo controlla, la Uefa. L'inchiesta portata avanti dal consorzio giornalistico dell'Eic, l'European Investigative Collaborations (per l'Italia da L'Espresso) evidenzia inquietanti rapporti tra le società e la Uefa stessa.
Due le squadre colpite in particolare: Psg e Manchester City, accusate di aver aggirato le norme del fair play finanziario, con il benestare dell'Uefa, attraverso contratti fittizi utili a gonfiare le proprie entrate. La cifra contestata è di 4,5 miliardi di euro, 2,7 per gli inglesi e 1,8 per il City, versata negli ultimi sette anni dal Qatar e dagli Emirati Arabi Uniti, proprietari dei club. Come se non bastasse, nello scandalo sarebbe coinvolto Gianni Infantino, all'epoca segretario generale della Uefa, insieme a Michel Platini che a quel tempo la guidava. L'attuale presidente della Fifa, secondo i 70 milioni di documenti analizzati per oltre otto mesi, avrebbe "negoziato direttamente con il Manchester City" bypassando "l'organo d'inchiesta interna teoricamente indipendente".
Mediapart, che si sta occupando della questione in Francia, ha svelato il contenuto di una mail, con in copia l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, in cui lo stesso Infantino rivolgendosi ai dirigenti dei Citizens definisce "un bel regalo" la sanzione di 20 milioni di euro (anziché 60) imposta ai parigini, finiti quest'anno nuovamente sotto la lente d'ingrandimento della Uefa per gli acquisti dell'estate 2017 di Neymar e Mbappè.
In serata è arrivata la replica del Psg, che ha respinto "con forza" le accuse emerse e ha detto di aver "sempre rigorosamente rispettato le leggi e le norme in vigore". Nel mirino il ricco accordo di sponsorizzazione con l'ufficio turismo del Qatar, noto alla Uefa dal 2014, di 1,075 miliardi di euro su base quinquennale. "Il principio di questo contratto è semplice – la difesa dei campioni di Francia – Oggi i risultati positivi del Psg sono sistematicamente associati al Qatar che ne trae beneficio a livello d'immagine. Dalla nascita del fair play finanziario, il Psg è stato uno dei club più controllati e sorvegliati nella storia".
I numeri però non tornano: l'inchiesta rivela infatti che le due società di revisione incaricate dalla Uefa, le agenzie Repucom e Octagon, avrebbero ridimensionato questo contratto "al valore di 123mila euro annui l'una e 2,8 milioni l'altra, ovvero rispettivamente 1750 e 77 volte in meno rispetto all'importo registrato" inizialmente di 215 milioni all'anno.
La Uefa però non è finita sotto accusa solo per la possibile copertura "per motivi politici" di Psg e Manchester City. L'organo europeo infatti avrebbe anche finanziato i principali club, dalla Juventus al Real Madrid fino al Milan e al Bayern Monaco, per evitare la creazione di una Superlega, un campionato 'chiuso' gestito direttamente dalle squadre più blasonate a cui avrebbero partecipato altre società a inviti, destinata a tagliar fuori la Champions League organizzata dalla Uefa stessa.
Proprio per questo – stando a quanto riporta L'Espresso – l'Uefa avrebbe aumentato le entrate nei confronti dei top club, pari a 150 milioni in più a stagione, a scapito dell'Europa League, penalizzata con 60 milioni di euro in meno. Il progetto però sarebbe ancora attuale: risalirebbe al 22 ottobre scorso una lettera della società di consulenza Key Capital Partners al presidente del Real Madrid, Florentino Perez, in cui si descrive la creazione di una società che avrebbe come azionisti 11 grandi squadre. Ovvero Juventus e Milan, Paris Saint Germain e Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona, e le inglesi Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City e United.
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