Si tratta della garanzia di Imagina (i soci attuali) e da una garanzia dei soci di Orient Hontai certificata da KPMG per un totale di 1,6 miliardi di euro

Possibile colpo di scena sul fronte dei diritti tv del campionato di Serie A. Mediapro ha infatti presentato oggi alla Lega nei termini legali previsti una serie di garanzie richieste. Queste garanzie patrimoniali  – riferisce l’intermediario spagnolo in una nota – sono formate dalla garanzia di Imagina (i soci attuali) e da una garanzia dei soci di Orient Hontai certificata da KPMG per un totale di € 1,6 miliardi. La svolta c’è stata nel corso di una riunione avvenuta oggi pomeriggio a Milano fra il presidente di Mediapro Jaume Roures, il Presidente della Lega Serie A Gaetano Miccichè, l’ex vicecommissario l’avvocato Paolo Nicoletti, grande espero della materia, i consulenti legali e i rappresentanti del board della Lega. Ora la palla ripassa alla Lega Serie A, che domani mattina si riunisce in assemblea alle 8.30. Come spiegano da Mediapro “a seguito dell’accettazione formale delle garanzie riprenderà il processo di vendita dei diritti tenendo conto del pronunciamento del Tribunale di Milano” sul ricorso contro la decisione di bocciare il bando della azienda spagnola come richiesto da Sky. 

Difficile che questo avvenga, visto che in serata la stessa Lega Serie A ha fatto sapere in una nota “di avere ricevuto questa sera delle ulteriori proposte, da parte della stessa Società spagnola, che verranno sottoposte domani all’attenzione dell'Assemblea. Da una prima analisi le proposte presentate non sono redatte secondo i format previsti dal bando”. Insomma, il tentativo di contropiede provato in extremis da Mediapro rischia di finire con un nulla di fatto e la vicenda sembra sempre più destinata a finire in tribunale. Nei giorni scorsi Mediapro aveva infatti 'minacciato' azioni legali se la Lega non avesse ritirato la risoluzione del contratto, ritenuta dal gruppo spagnolo "illegittima". In via Rosellini, invece, regna comunque serenità sull'operato forti anche di un parere legale mostrato ai presidenti.
 
La Lega Serie A sembra quindi determinata a riprendersi i diritti tv e avviare le procedure per la ricezione di nuove offerte da parte di tutti gli operatori interessati, per dare poi via ad una serie di trattative private che si dovrebbero concludere entro il 13 giugno con l’assegnazione. Dopo quanto accaduto oggi appare difficile che Mediapro, il cui vero obiettivo è sempre stato quello di creare il canale della Lega (così come farà in Francia per la Ligue 1, ndr), possa partecipare alla fase di trattative private. Tutto lascia credere però, che alla fine a spuntarla saranno Sky Sport e Perform. L’emittente di Rupert Murdoch è pronta a mettere sul piatto fra gli 800 a 850 milioni, mentre il nuovo player digitale Perform dovrebbe aggiungerne 150 per lanciare in Italia una piattaforma over-the-top Dazn. In totale, quindi, la Lega dovrebbe incassare fra i 950 milioni e 1 miliardo. Meno di quanto aveva promesso Mediapro.

E proprio la cifra che la Lega Serie A incasserà per i diritti tv continua ad essere al centro di un dibattito, visto quanto Mediapro ha investito per strappare la Ligue 1 a Canal +. I 1153 milioni offerti dal gruppo spagnolo, che c'è da dire non pagherà subito e senza dover presentare garanzie come quelle richieste in Italia, per creare un canale dal 2020, hanno fatto storcere il naso a molti osservatori italiani. Oggi nel dibattito sono intervenuti il presidente della Samp Massimo Ferrero e il prossimo candidato alla presidenza Figc Giancarlo Abete. "L'Italia vale quanto la Francia e l'Inghilterra, il problema è che noi siamo poco strutturati e abbiamo stadi deficitari molto diversi dai bellissimi impianti inglesi", ha dichiarato il patron dei blucerchiati. "I diritti tv del calcio italiano valgono senz'altro di più di quelli francesi. Il nostro campionato è più importante ed è dimostrato da tanti fattori: dalla presenza negli stadi, al numero di squadre qualificate per la Champions, abbiamo città più importanti come potenzialità, storia e prospettive", ha concluso invece Abete.

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