Nerazzurri e rossoneri non hanno trovato regali sotto l'albero: con Sassuolo ed Atalanta sono arrivate due sconfitte che hanno lasciato l'amaro in bocca

Un panettone che di dolce ha ben poco. E' quello che i tifosi di Inter e Milan si troveranno a consumare sotto Natale. Nerazzurri e rossoneri non hanno trovato regali sotto l'albero: con Sassuolo ed Atalanta sono arrivate due sconfitte che hanno lasciato l'amaro in bocca. Diverse le situazioni, chiaramente.

La squadra di Spalletti è incappata nella seconda sconfitta consecutiva: ma se la caduta contro l'Udinese poteva essere derubricata a classico incidente di percorso per una squadra che fino a quel momento non aveva sbagliato praticamente nulla, il ko del Mapei Stadium equivale ad un primo campanello d'allarme, possibilmente da non sottovalutare. Nella truppa nerazzurra sono emersi di prepotenza i limiti dell'organico che in alcuni momenti i colpi dei top player e la maestria tattica di Spalletti erano riusciti a cammuffare: vero che Icardi e compagni sono esentati dalle Coppe, ma tenere il passo delle avversarie per lo scudetto, in un anno in cui la lotta ai vertici è più che mai accesa, e centrare la zona Champions, richiede alternative di livello. E i 'big' che hanno trascinato la carretta necessitano di rifiatare. Per questo l'occhio va al mercato di gennaio, anche se le parole di Ausilio non sembrano annunciare innesti di peso. "La nostra squadra è già forte ed è difficile migliorarla", ha spiegato il ds prima del match con il Sassuolo. "Se si presenteranno delle opportunità le valuteremo, ma non abbiamo intenzione di smantellare una rosa che sta facendo benissimo da sei mesi a questa parte. Il gruppo viene prima di ogni cosa e questo gruppo sta facendo benissimo. Interverremo solo se saremo sicuri di migliorare la squadra e non inficiare questo spirito che si è creato". Uno dei sogni resta Javier Pastore, giocatore che potrebbe garantire imprevedibilità e soluzioni alternative alla manovra. Il 'Flaco' la porta sembra tenerla aperta: Il mio agente ha avuto contatti con il club, ma non è stato raggiunto un accordo. Ci sono delle proposte. È un club che mi piace e a me piacerebbe tornare in Italia", ha spiegato ad un quotidiano argentino. Intanto, dall'infermeria sono arrivare notizie sulle condizioni di D'Ambrosio e Miranda. Per il laterale italiano, la risonanza magnetica ha evidenziato una lesione di primo grado al legamento collaterale mediale della gamba sinistra. Il brasiliano soffre di una lesione di primo grado al soleo della gamba destra. Entrambi si rivedranno in campo dopo la sosta, in tempo per il match con la Roma.

Se l'Inter prova a far ripartire il motore inceppato, il Milan deve ancora individuare la chiave d'accensione. L'auspicata gara della svolta, quella che doveva provare a cancellare l'umiliazione di Verona, non è arrivata. La solidissima e splendidamente organizzata Atalanta di Gian Piero Gasperini ha sbancato San Siro e contribuito a rendere ancora più depresso l'ambiente rossonero. La scelta di lavorare in ritiro e il generoso lavoro motivazionale di Gennaro Gattuso non sono bastati: contro gli orobici si è vista una squadra volenterosa nel primo tempo e, una volta passata in svantaggio, incapace di reagire, fino a disunirsi. E così è maturata l'ottava sconfitta in campionato, un altro passo falso impietosamente salutato dai sonori fischi del pubblico di San Siro, in una stagione scattata con sogni di gloria e che rischia di trasformarsi nemmeno troppo lentamente in una lunga agonia. Se dal mercato di gennaio sarà difficile pescare il coniglio dal cilindro visto che tutti gli sforzi si sono concentrati in estate, le soluzioni andranno necessariamente trovate sul campo e con questa rosa. Gattuso ha evidenziato come la questione sia soprattutto mentale. "Non siamo una squadra: nei momenti di difficoltà non riusciamo a reagire. Non è colpa dei singoli giocatori. Ma non vedo gente che non si impegna: vedo gente che fa una fatica pazzesca. E' evidente che siamo una squadra fragile. Il problema non è solo la condizione, c'è anche la componente mentale. Ci manca fame, malizia, cattiveria". "Sappiamo che questo progetto richiede tanto tempo, tanto lavoro. Dobbiamo rimanere uniti finché questo progetto non lo porteremo a termine finché la testa e le gambe non si accenderanno", l'analisi del ds Mirabelli. "Abbiamo una squadra che alla prima difficoltà non riesce più a ritrovare sé stessa: forse perché siamo un gruppo giovane, forse perché la maglia pesa troppo. Abbiamo il dovere di non demoralizzarci. Dopo tante delusioni dovremo lottare e far sì che chi ci guarda ci ritenga degni di indossare la maglia del Milan".

Intanto, con un editoriale, il club lancia un appello ai tifosi: "Andare a caccia delle colpe non serve e non migliora le cose. È molto più importante, utile e produttivo dare forza a questa squadra. Bastone o elettrochoc possono poco su una squadra impaurita. Sostegno, amore e pazienza possono invece molto di più". 'Cugine' ad un bivio, dunque. Ironia del destino, il 27 proprio Milan ed Inter si ritroveranno di fronte nel derby di Coppa Italia. Un'occasione per ripartire, o aggravare la propria crisi.

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