L'ex numero uno della Fifa: "Con l'Italia rapporti civili". E sul Var dice: "Ok ridurre gli errori, ma non del tutto"
"Mi hanno fatto fuori inglesi e americani". Un Joseph Blatter a tutto tondo si racconta in un'intervista al Corriere della Sera, toccando svariati argomenti, primo su tutti la fine della sua carriera alla Fifa e come questa si sia concretizzata. Nel 2015 l'ex presidente del massimo organismo calcistico mondiale è stato prima sospeso per sospetta corruzione e poi definitivamente squalificato per 6 anni per aver violato il codice etico, a causa di 2 milioni di franchi pagati a Michel Platini nel 2011; denaro che ha rovinato la carriera di entrambi. "La giustizia ordinaria non mi ha mosso accuse, alla fine hanno fatto tutto gli americani e gli inglesi", ha sottolineato l'ex presidente.
"Il comitato esecutivo aveva un'intesa: la Coppa del Mondo 2018 doveva andare alla Russia, quello dopo agli Usa. Era un ponte ideale: le nazioni che erano state in guerra fredda per anni venivano riunite dal calcio. E invece i piani saltarono". A causa di Sarkozy. L'ex presidente francese in quel periodo in affari con l'allora principe ereditario del Qatar, oggi emiro, Tamim bin Hamad al Thani. I due a cena all'Eliseo convocarono Platini, allora presidente Uefa e nel comitato esecutivo della Fifa, che sosteneva la doppia assegnazione Russia-Usa. Al termine dell'incontro, Blatter ricevette la chiamata dell'ex numero 10 francese: "Mi disse di avere un problema. E un problema suo era anche mio", ha ammesso Blatter. "Sarkozy spingendo sul Qatar, influenzò il voto di Platini e di altri membri del comitato. Non ero d'accordo, ma i Mondiali vennero assegnati al Qatar", ha rivelato l'ex numero 1 Fifa. "Gli inglesi fomentarono il malcontento degli americani e tutti se la presero con me, dichiarando di aver inventato il calcio", ha proseguito, "Ma avrebbero dovuto ricordarsi di aver inventato il fair play", ha chiosato. E su Platini: "Non ci sentiamo più da tempo. Siamo stati uniti durante il processo, poi ognuno per sé".
PANE E SALAME CON INFANTINO. "Con Infantino la sera mangiavamo pane e salame e un buon bicchiere di vino", ha rivelato Blatter. "Nei due mesi dopo la sua elezione veniva spesso a casa mia. Gli chiesi di poter riprendere i miei effetti dall'ufficio e risolvere i problemi personali amministrativi con la Fifa. Mi disse che non c'era problema, poi non l'ho più sentito. La mia roba è ancora lì", ha aggiunto.
RAPPORTO CON L'ITALIA. "Nel 2006 l'Italia ha meritato di vincere il mondiale tedesco, ma preferisco non tornare sull'episodio della mancata premiazione". "Rapporto tormentato con l'Italia? Ma non è vero. Nel 1997 ricevetti anche il Premio Artemio Franchi. Prima, negli anni 70, ero direttore marketing della Longines, sponsor della Ferrari. Mi portarono a Maranello da Enzo Ferrari. Ero un ragazzo e quella figura mi mise soggezione", ha aggiunto Blatter. "Poi, dopo i Mondiali del '90, ho avuto ottimi rapporti con la famiglia Agnelli e con Montezemolo che, una volta passato in Ferrari, usava mandarmi un biglietto d'auguri con scritto: Con nostalgia del calcio".
IL VAR. E sull'introduzione nel calcio del Var, la tecnologia di video assistenza al direttore di gara: "Sono d'accordo a ridurre gli errori nel calcio. É sicuramente un bene per evitare polemiche ma toglierli del tutto no, così si perde l'aspetto umano del gioco". "Ovviamente il rapporto calcio-televisione però è vitale: con la tv il calcio ha raggiunto ogni angolo del pianeta". E sulla finale tra Francia e Italia del Mondiale 2006, in cui proprio la prova tv mostrò la testata di Zidane a Materazzi, con la conseguente espulsione del francese: "Lì la tv aiutò molto, sì. Sarebbe stato ingiusto lasciare in campo Zidane", ha concluso.
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