E sul closing dice: "Un posto nella società rossonera a gestione cinese? Non chiudo la porta"

"Le critiche sui social? Un po' mi hanno stupito in primis, perché al di là di tutto le ritenevo un po' strane. Non penso di aver fatto qualcosa per meritare un'attenzione di un certo tipo. Anzi, penso di essere stato sempre obiettivo nel valutare l'operato della squadra. Un po' sinceramente mi è dispiaciuto, ho trascorso 20 anni nel Milan, metà della mia vita. Mi ha dato un po' fastidio, siamo umani". Così l'ex centrocampista del Milan, Massimo Ambrosini, alla presentazione del libro di Edoardo Maturo, dal titolo 'Papà, Van Basten e altri supereroi', nella libreria Rizzoli Galleria, a Milano, dopo la pioggia di critiche ricevute dai tifosi rossoneri sui social e la petizione contro le sue telecronache su Sky.

"Come vedo il closing? Con curiosità di chi come tutti voi penso sia interessato a capire come va a finire questa faccenda. A volte ci si scorda che ci sono persone in sede che devono lavorare, programmare oltre all'allenatore e alla squadra. I giocatori, secondo me, sono quelli che la vivono probabilmente in maniera più distaccata. Perché, come giustamente ha detto Montella, alla squadra dal punto di vista pratico non è mai mancato il supporto. È chiaro che da adesso in poi l'allenatore, in primis, i giocatori e tutto l'ambiente Milan hanno bisogno di sapere bene come saranno le cose", ha proseguito Ambrosini. Un posto nella società rossonera a gestione cinese che dovrebbe partire dal prossimo 14 aprile? "Le richieste di eventuali colloqui è giusto farle. Poi nella vita ti possono proporre tante cose, dipende dai ruoli. Quindi, non puoi pensare di poter chiudere una porta a prescindere. Sono discorsi prematuri, cioè prima dovranno pensare ad altro", ha concluso il pesarese con il sorriso sulle labbra.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: