Il club, spiega l'avvocato, "non si costituirà parte civile nel processo perché non si può fare dal punto di vista tecnico"
"Quali sono le contestazioni? Riguardano l'articolo 12, e cioè il divieto di contribuire ai gruppi di tifosi organizzati oltre alla legge vigente. Io escludo nella maniera più assoluta rapporti 'amicali' tra Dominello e il presidente. Il presidente lo ha escluso, c'è un'unica dichiarazione di Dominello che parla di un incontro per fattori legati alla curva che sarebbe avvenuto con il presidente presente. Agnelli non sapeva neanche chi fosse Dominello. Nel processo non c'è nulla, ma neanche nella vita, Dominello è stato intercettato per due anni e mezzo e non c'è una telefonata". Lo ha detto il legale della Juventus Luigi Chiappero, parlando in audizione in Commissione Antimafia in merito delle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel bagarinaggio.
"Ci è stato notificato il 18 marzo il deferimento sportivo per i fatti oggetto di questa vicenda, che sono già a vostra conoscenza. Il capo di imputazione è lo stesso che avete visto con la chiusura delle indagini. Vorrei dire che domani inizia il procedimento penale a carico degli imputati del processo torinese e voglio dire pubblicamente che la Juventus non si costituirà parte civile perché non si può fare dal punto di vista tecnico", ha proseguito Chiappero. Secondo l'avvocato "la giurisprudenza ha insegnato che il privato può costituirsi se è danneggiato da un reato fine. Quando manca il reato fine e non c'è un danneggiato la possibilità di costituzione vale solo per il 416 bis per gli enti pubblici. Noi lo abbiamo sempre fatto, stavolta non si può fare".
"Volevo dire alla Bindi che mi ha richiamato al fatto che non si deve negare l'esistenza di un problema, noi non neghiamo questo problema. Quando ci siamo resi conto della situazione abbiamo preso dei provvedimenti. Volevo dire che ci siamo trovati di fronte ad un mondo che non pensavamo di trovarci di fronte", ha aggiunto l'avvocato.
"Fermarsi al certificato penale? Oggi quando si dovesse verificare di notare su un sito web che quella persona ha determinate parentele sicuramente prendiamo carta e penna e lo scriviamo alla Procura. Questa esperienza ci ha minato profondamente per la tranquillità, siamo stati fuorviati che questa persona (Rocco Dominello, ndr) aveva dei modi urbani, era di più un facile contatto di interlocuzione".
"E' una cosa diversa dalla mafia silente, non appariva in questi termini, tutto era mescolato dal tifo. Come è emerso dalle carte Rocco Dominello era conosciuto come un tifoso juventino. Ora il tifo confonde, ma non voglio trovare delle giustificazioni. Questa vicenda ci ha sconvolto, adesso sicuramente dobbiamo fare di più", ha concluso il legale.
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