Clima, allarme Enea: il caldo estremo sarà normalità nel 2100

Clima, allarme Enea: il caldo estremo sarà normalità nel 2100
A man runs up a hill on a small road in Frankfurt, Germany, as the sun rises on Friday, June 17, 2022. A blanket of hot air stretching from the Mediterranen to the North Sea is giving much of western Europe its first heat wave of the summer, with temperatures forecast to top 86 degrees Fahrenheit from Malaga to London on Friday. Some areas are expected to see the mercury pass 104F. Germany’s national weather service DWD predicted that the big sweat would continue over the weekend, as the heat moves eastward into central and eastern Europe. (AP Photo/Michael Probst)

Le nuove proiezioni messe a punto dall’Agenzia e presentate a Earth Technology Expo

Quello che oggi viene vissuto come ‘caldo estremo’, sarà la “normalità” nel 2100. È quello che emerge dalle nuove proiezioni climatiche messe a punto dall’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e presentate a Earth Technology Expo 2023 (Etexpo), la manifestazione dedicata a progetti e infrastrutture green a Fortezza da Basso, a Firenze, fino al 18 novembre. “Da qui al 2100 – viene spiegato – è previsto un aumento di intensità, frequenza e durata delle ondate di calore, comprese quelle marine; mentre diverranno comuni le anomalie termiche, che all’inizio di questo secolo erano percepite come estreme”. Quindi, rileva l’Enea con queste ultime proiezioni climatiche per il Mediterraneo e con la piattaforma ‘sentinella’ per la sicurezza delle infrastrutture critiche contro gli eventi estremi, “al 2100 le ondate di calore e le anomalie termiche saranno la normalità“.

“L’ultima versione del nostro modello climatico regionale Enea-Reg – osserva Gianmaria Sannino, responsabile della divisione Enea di modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali – prevede che fino al 2100 le ondate di calore, comprese quelle marine, aumenteranno in intensità, frequenza e durata, e che diventeranno comuni le anomalie termiche, che all’inizio di questo secolo erano percepite come estreme”. Lo strumento che unisce modelli avanzati che rappresentano atmosfera, oceano, suolo e dinamica fluviale a diverse risoluzioni – 12 km per l’atmosfera, 1/12° per l’oceano, e 0,5° per la dinamica dei fiumi – ha dimostrato “di rappresentare fedelmente sia lo stato medio che la variabilità spaziale e temporale delle principali variabili climatiche atmosferiche ed oceaniche, ma anche di migliorare significativamente la rappresentazione degli eventi climatici ad alto impatto, come le ondate di calore marine, e l’innalzamento del livello del mare”.  

“Per la valutazione del rischio e l’analisi della sicurezza delle infrastrutture critiche – rileva Maurizio Pollino, responsabile del laboratorio Enea di analisi e protezione delle infrastrutture critiche – abbiamo sviluppato la piattaforma CipCast, in grado di elaborare mappe e scenari sull’impatto che fenomeni estremi come nubifragi, alluvioni, frane e terremoti hanno su infrastrutture, popolazione, patrimonio culturale o edifici strategici, fornendo supporto decisionale alla Pubblica amministrazione e ai gestori di servizi essenziali”. Inoltre “il sistema è in grado di fornire scenari sotto forma di mappe temporali in continuo aggiornamento sulla probabilità degli eventi e la loro relativa intensità, grazie a dati acquisiti in tempo reale da reti di sensori, abbinati a tecnologie Gis-based e a dati da satelliti e droni sull’osservazione della Terra o prodotti da modelli. Le mappe di pericolosità e rischio, sovrapposte con la posizione delle infrastrutture, consentono di valutare l’impatto dei fenomeni e suggerire interventi di allarme e manutenzione”. 

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