L'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente invita le aziende a contrastare il caro-bollette
Affrontare la questione degli extra-profitti e le ricadute che, lungo la filiera, pesano sui clienti finali. Questa l’indicazione fornita dall’Arera – l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – su come smorzare ancora un po‘ il caro-energia e fare in modo di aiutare i cittadini.
La questione dei prezzi dell’energia non sembra trovare pace. E anche se nel secondo trimestre – osserva il presidente dell’Arera Stefano Besseghini – si sono registrate discese, la volatilità resta ancora alta. Tradotto: difficile fare previsioni. Mentre la questione scorte gas sembra andare nella giusta direzione: allo stato attuale abbiamo raggiunto il 52% degli stoccaggi. La spiegazione dell’Authority sugli extra-profitti è contenuta nella nota ‘Monitoraggio dei contratti di approvvigionamento destinati all’importazione di gas in Italia’, appena inviata al governo e al Parlamento; dall’analisi emerge per esempio che la maggior parte del gas importato, per il 70-80%, è indicizzato al TTF e il resto al Brent.
L’Arera ritiene “opportuno che una parte del gettito derivante da provvedimenti fiscali a carico delle aziende del settore, sia destinato ai clienti finali che ne hanno sostenuto l’onere”. La riflessione parte da un paio di elementi: da un lato “l’analisi condotta e le informazioni rese disponibili sui meccanismi di gestione del rischio da parte degli operatori, rendono evidente come il costo di approvvigionamento dall’estero del gas tenda a mantenere andamenti coerenti con il valore del gas sul mercato all’ingrosso, ma anche come l’identificazione di eventuali ‘extra-profitti’ vada affrontata considerando anche tutti i costi ed i margini che si generano lungo la filiera e che ricadono sui clienti finali'”; dall’altro il richiamo all’Ue sull’approccio della commissione Europea che prevede, tra l’altro, “la possibilità per gli Stati membri di estendere, in via eccezionale e per periodi di tempo limitati, la possibilità di riallocare ricavi infra-marginali eccezionalmente elevati, i cosiddetti extra-profitti, per sostenere i consumatori”.
Nel secondo trimestre 2022 i prezzi dell’energia sono scesi ma resta in corso una forte volatilità, cosa che rende difficile fornire previsioni. Da inizio giugno i prezzi spot del gas naturale si attestano intorno agli 81 euro al Megawattora per il gas e intorno ai 215 euro al Megawattora per l’energia elettrica. Il prezzo della CO2, in controtendenza rispetto ai prezzi delle commodity energetiche, ha avuto un calo nel mese di marzo ed è poi risalito oltre gli 80 euro a tonnellata. Le quotazioni attuali del gas naturale – viene spiegato – si attestano su valori intorno a 84 euro al Megawattora per il 2023 e 67 euro al Megawattora per il 2024; per l’elettricità le quotazioni sono a 209 euro al Megawattora per il 2023 e 164 euro al Megawattora per il 2024.
E intanto sul fronte gas in chiave ‘superamento dell’inverno’, gli stoccaggi hanno raggiunto il 52% della capacità totale: “Dopo aver già attuato misure di urgenza per gli stoccaggi – spiega Besseghini – Arera ha approvato ulteriori strumenti per il riempimento di almeno il 90% delle scorte nazionali. Queste misure hanno portato a oggi a una giacenza di 9,5 miliardi di metri cubi, il 52% della capacità complessiva”. Anche se “negli ultimi mesi abbiamo notato qualche rallentamento, complici i prezzi”.
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