Il presidente ha deciso di lasciare e ha già scritto la lettera

Robert Mugabe è ancora il presidente dello Zimbabwe, ma dovrà affrontare l'impeachment. Ignorato l'ultimatum impostogli dal suo partito Zanu-Pf, che gli intimava di dimettersi entro mezzogiorno di lunedì dopo averlo rimosso da capo della formazione politica e averne espulso la moglie, ha convocato il suo Gabinetto per una riunione da tenersi martedì.

Lo stesso giorno in cui lo Zanu-Pf lancerà appunto l'impeachment: tra le accuse che gli vengono rivolte, riporta la Bbc, quella di avere permesso alla moglie Grace Mugabe di "usurpare il potere costituzionale".

La mozione verrà presentata dunque martedì in Parlamento, dove lo Zanu-Pf ha la maggioranza; secondo un alto membro del partito, l'iter potrebbe durare due giorni, con la rimozione di Mugabe dalla presidenza entro mercoledì.

In serata è giunta però una novità: Mugabe è attualmente in contatto con il vice presidente destituito Emmerson Mnangagwa, che tornerà in Zimbabwe a breve e incontrerà Mugabe. Ad annunciarlo alla tv di Stato il generale Constantino Chiwenga, il quale ha aggiunto che l'esercito è fiducioso che il suo intervento stia procedendo bene e che è stata stabilita una roadmap sul futuro di Mugabe. In cosa consista questa roadmap, però, non è stato chiarito.

Lunedì la Cnn aveva riportato che la lettera di dimissioni di Mugabe era già stata stilata e prevedeva fra le condizioni l'immunità per lui e per la moglie. Era stata proprio la destituzione di Mnangagwa da parte di Mugabe, avvenuta due settimane fa, a scatenare l'intervento dell'esercito nel Paese. E il partito ha scelto proprio Mnangagwa come sostituto di Mugabe per guidare la formazione, proponendolo come candidato per le presidenziali del 2018 (decisione che va comunque confermata dal Congresso del partito a dicembre).

I militari hanno preso il controllo dello Zimbabwe nella notte fra martedì e mercoledì della scorsa settimana, con la cosiddetta 'Operation Restore Legacy'. A scatenarla, appunto la destituzione di Mnangagwa, considerata un modo per spianare la strada alla successione alla moglie di Mugabe, Grace.

Da mercoledì i soldati mantengono il 93enne Mugabe agli arresti domiciliari. E da allora sono stati espulsi dallo Zanu-Pf tutti i membri sospettati di avere spinto per la cacciata di Mnangagwa, come appunto la first lady 52enne Grace Mugabe e coloro che appoggiavano i suoi piani di succedere al marito, fra cui diversi ministri. Dopo che sabato migliaia di persone sono scese per le strade di Harare per festeggiare l'inaspettata caduta dell'era Mugabe, nel discorso di domenica sera erano attese le dimissioni, che non sono però arrivate. 

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