"La fase dell'austerità è tramontata, abbiamo bisogno di un'Europa del lavoro, che affronta le disuguaglianze sociali"

L'Ue è ancora "un mare in tempesta" ed è un errore illudersi di poterlo affrontare con "un piccolo cabotaggio". Paolo Gentiloni ribadisce dal palazzo della Cancelleria di Berlino il 'no' italiano a una "flessibilità a corrente alternata, molto rigida sui decimali dei bilanci e molto ampia sulle questioni fondamentali come la questione migratoria".
I rapporti "di amicizia e vicinanza" tra Italia e Germania rimangono solidi ma Gentiloni non arretra di un millimetro rispetto alla 'rotta' di Roma in Europa tracciata da Matteo Renzi. "Noi crediamo – scandisce – che la fase dell'austerità, come fine a se stessa, sia tramontata. L'Europa del lavoro, che affronta le disuguaglianze sociali: di questo abbiamo bisogno". Dopo il dibattito andato avanti per anni su "un'Europa a due velocità", insiste Gentiloni, adesso sembra "di avere un'Ue a due rigidità: troppo flessibile su alcune cose, troppo rigida su altre. Spero che si faccia della questione migratoria una scommessa comune". Sul tema, ammette Merkel, "abbiamo grossi problemi. La Germania ha accolto molti migranti, così come l'Italia, mentre non abbiamo trovato ancora una soluzione sostenibile e purtroppo non tutti i Paesi sono allo stesso livello nell'assunzione di responsabilità, ma è invece importante affrontare la questione a livello europeo".

I due Paesi, sottolinea Gentiloni, "su moltissime questioni sono davvero in sintonia, su altre meno, ma dobbiamo discutere per trovare soluzioni condivise". "La discussione su vincoli e cavilli dell'Unione Europea –  – è oggi troppo stridente". A Berlino, come anche a Bruxelles e nelle altre cancellerie europee, possono star tranquilli. "L'Italia, potete starne certi – dice il premier davanti alla platea degli industriali della conferenza economica italo-tedesca – non tornerà ad essere un Paese fiscalmente irresponsabile. Quel tempo ormai è finito".
Gentiloni insiste sulla necessità di tornare a combattere sul terreno della crescita, del lavoro, degli investimenti, della difesa dei nostri principi, della società aperta e del libero scambio. "Non ci rassegniamo alle tendenze protezionistiche, che sono conseguenze dello scontento e della sfiducia. A queste tendenze si risponde con l'apertura dell'economia e l'apertura della società", dice.

E' lungo questa direzione che si incardina la 'partita' della Brexit. "Credo che il discorso di ieri di Theresa May abbia riempito di contenuti quello che era un titolo. Adesso abbiamo più chiaro quello che significhi 'Brexit is Brexit'. Credo che l'Ue sia pronta a reagire e a discutere con atteggiamento di solidarietà tra di noi e di amicizia per il Regno Unito", sottolinea. Patti chiari anche con il futuro inquilino della Casa Bianca. "Faccio gli auguri a Trump. La collaborazione con gli Stati Uniti è fondamentale ma i nostri valori lo sono altrettanto", chiarisce.
Il premier tiene la linea anche sulla vicenda che riguarda Fiat-Chrysler. "Negli ultimi giorni abbiamo avuto delle polemiche – ammette – io ho ribadito in tutta amicizia che sono questioni regolate dalle leggi e le leggi attribuiscono alle singole autorità nazionali di omologazione il compito di fare questi esami. Noi decidiamo per quel che ci riguarda e siamo convinti che i tedeschi facciano altrettanto".

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