Insieme a Carmelo Satta, era promotore di un'associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro

Arrestato questa mattina il neo deputato regionale siciliano Cateno De Luca, eletto nelle fila dell'Udc. De Luca è finito in manette, insieme a Carmelo Satta, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura di Messina, militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Messina e della compagnia carabinieri di Messina Sud.

Da Facebook arriva il commento di De Luca: "Sapevo già che mi avrebbero arrestato… Perché già certi ambienti mi avevano avvertito! Ed oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione". E aggiunge: "Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni … State sereni io non mollo!". "Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7:25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza. Io li aspettavo da qualche giorno… Io sto bene! Ora sono agli arresti domiciliari a fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall'ulteriore calvario giudiziario che li attende", conclude De Luca.

De Luca e Satta sono finiti agli arresti domiciliari in qualità di promotori di un'associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro. Nel dettaglio, precisa la guardia di finanza, attraverso le indagini è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società Caf FE.NA.PI. s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all'evasione delle imposte dirette ed indirette.

In sintesi, lo schema evasivo emerso prevedeva l'imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf FENAPI, individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest'ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta. Al termine dell'attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini Iva che delle Imposte sui redditi delle società).

Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati. Contestualmente è stata disposta l'esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all'ammontare dell'indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf FENAPI, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

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