I democratici si preparano ad affrontareil voto per le regionali in Sicilia

Dato per "chiuso" il caso Visco, anche se i renziani che siederanno al tavolo della commissione Banche assicurano che non sarà così, il Pd si prepara ad affrontare la nuova 'tempesta' che si prepara all'orizzonte, il voto per le regionali in Sicilia. Il primo ad esserne consapevole è Matteo Renzi.

"È chiaro che ci prepariamo all'assedio, è una possibilità – confida un dirigente dem – ma non ho mai visto 'il ragazzo' così determinato e dritto". Il segretario Pd, insomma, sa che si prepara l'accerchiamento, ma tira dritto. "Con una consapevolezza, però", sottolineano i suoi: "Che non possiamo più perdere per strada nessuno".

Dopo l'addio del presidente del Senato Pietro Grasso, che pure si era provato fino all'ultimo a scongiurare, i dem insomma provano a serrare i ranghi. Sarà un appello all'unità in vista della sfida elettorale, quindi, quello che il segretario lancerà domani dal palco del museo di Pietrarsa. "Insieme per battere le destre e il populismo, senza nemici a sinistra", è la linea. Alle parole di domani, viene spiegato, seguiranno anche "gesti concreti" nei confronti dei leader della minoranza interna, come Dario Franceschini e Andrea Orlando

I due hanno fatto sapere oggi di non tramare nessuna 'resa dei conti' dopo il 5 novembre. "Sorry, lavoro per unire e allargare il campo, non certo per dividere ancora di più", twitta di buon mattino – dopo aver letto i giornali – il ministro per i Beni culturali. "Leggo che attenderemmo le elezioni in Sicilia per chiedere una svolta, una svolta io l'ho chiesta candidandomi al Congresso. Credo che comunque vadano e qualunque sia il risultato porranno comunque l'esigenza di ricostruire centrosinistra", gli fa eco il Guardasigilli arrivando alla conferenza programmatica. Nei prossimi giorni, viene spiegato, non mancheranno le occasioni di dialogo e anche sui social la comunicazione sarà "più inclusiva".

Tutto questo, ne è sicuro il segretario Pd, non lo metterà al riparo 'dall'assalto alla diligenza', soprattutto se in Sicilia i numeri dovessero essere implacabili. I fedelissimi, però, non vedono grandi margini di manovra possibili: anche a voler mettere Renzi in discussione come si fa a rifare la leadership in un mese se Mattarella scioglie a fine anno?, è il ragionamento che viene fatto. Se davvero il 5 novembre per il Pd dovesse essere una debacle, allora, viene spiegato, le 'correnti interne' faranno la voce grossa e "si tratterà sulle liste".

In questi quadro intanto oggi Michele Emiliano ha incontrato Renzi, che lo ha ricevuto nel suo 'studio' sul treno dem. "Abbiamo fatto il punto sulla situazione", ha spiegato il governatore della Puglia. Si è parlato anche di coalizione? "Sì, è andata bene", ha tagliato corto. Intanto questa mattina hanno sfilato davanti alle storiche locomotive del museo di Pietrarsa i futuri possibili alleati.

Dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che potrebbe essere una sponda importante per arrivare a Giuliano Pisapia, agli ambientalisti, dai centristi Lorenzo Dellai e Mario Marazziti, ai socialisti di Riccardo Nencini. "Qualcuno di nostri insisterà per continuare a provarci con Mdp – pronostica un deputato renziano – ma la vedo dura". "Dobbiamo arrivare a una coalizione che ci dia un saldo positivo – va al dunque uno storico dirigente – Gli elettori di sinistra non sono senza memoria, se anche Mdp si alleasse con il Pd, chi li sostiene non voterebbe mai per stare insieme a Renzi". 

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