L'accusa è di vari reati, dall'estorsione alla violenza privata, aggravati dal metodo mafioso

Operazione antimafia nella provincia di Messina e in altre località del territorio nazionale. I carabinieri del comando di provinciale di Messina e del Ros e la polizia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 40 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei delitti di associazione di tipo mafioso e di numerosissimi reati – estorsione (consumata e tentata), rapina, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi e violenza privata reati aggravati dal metodo mafioso – per aver fatto parte dell'associazione mafiosa denominata famiglia Barcellonese riconducibile a Cosa Nostra e operante sul versante tirrenico della provincia di Messina. 

I carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento a carico di 29 soggetti (22 in stato di libertà e 7 già detenuti per altra causa) mentre la polizia ha dato esecuzione al medesimo provvedimento nei confronti di altri 11 soggetti (8 in stato di libertà e 3 già detenuti per altra causa).

Precisamente, sono circa una trentina gli episodi estorsivi ricostruiti dalle indagini. Alcuni degli arrestati, sebbene gia condannati e sottoposti a misure di sicurezza o alla misura di prevenzione delle sorveglianza speciale, si dedicavano stabilmente al racket delle estorsioni. Il modus operandi prevedeva prima il collocamento di una bottiglia con liquido infiammabile nei pressi della saracinesca dell'esercizio commerciale e, poi, la richiesta del pagamento del pizzo, da corrispondere, di norma, in occasione delle festivita di Natale, Pasqua e Ferragosto. Oggetto delle estorsioni, era anche il voler subentrare nei lavori pubblici, imponendo agli imprenditori titolari degli appalti, il sub-appalto in favore delle ditte controllate dagli esponenti dell'associazione. Alcuni titolari di un esercizio commerciale sono stati vittime di rapina a mano armata col fine di finanziare la consorteria barcellonese. 

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