Nel mercato invernale la dirigenza potrà colmare le lacune che si sono create con i mancati arrivi di Witsel e Matuidi

C'è un'aria strana intorno alla Juventus. Che è serenamente al comando del campionato, che fatica a esprimersi in Champions League, che (per adesso) non ha ancora saputo rendere per come e per quanto avevano immaginato un po' tutti, dal presidente Andrea Agnelli in giù, quest'estate. Massimiliano Allegri non è la prima volta che antepone il risultato al gioco: "Se abbiamo conquistato 27 punti significa che tanto male non giochiamo", ha detto dopo il secondo pareggio interno in coppa, che è costato la leadership del girone ai bianconeri. "I tornei non si vincono giocando a 100 all'ora a novembre: passiamo il turno e poi pensiamo al resto", ha sottolineato via twitter dopo aver rimasticato i 90 minuti con il Lione, dando appuntamento a marzo allorché la Champions League avrà connotazioni diverse. Qualche settimana fa aveva lanciato un altro tipo di allarme, più o meno questo: se ogni partita dobbiamo vincerla con tre gol di scarto dando spettacolo, non ci siamo…

Il punto è che a fronte del mercato estivo che ha portato a Torino oltre a Gonzalo Higuain anche Miralem Pjanic, Marco Pjaca, Dani Alves e Mehdi Benatia, era/è lecito aspettarsi di più e di meglio. Invece qualcosa non funziona ancora nei meccanismi della Juventus che piace a pochi, persino all'interno dello spogliatoio. Le analisi severe di Buffon, l'autocritica di Evra ne sono la testimonianza, i fischi all'uscita dal campo ieri sera aprono invece uno scenario non drammatico ma reale. E' fuori discussione che la squadra campione d'Italia debba migliorare, probabilmente ha necessità di tornare a essere squadra in tutto e per tutto: così sarà più semplice esibire un gioco che in questo momento si intravede appena.

Allegri, al di là delle parole e dei tweet, sa perfettamente che è giunto al 'turning point', insomma alla svolta: contro il Lione ha esibito il 4-3-1-2, non è vietato immaginare che possa spingersi fino al 4-2-3-1. Però deve essere seguito dai suoi giocatori, in primis da Pjanic, la grande delusione di questa fase iniziale della stagione, poi dagli altri. Il bosniaco è difficilmente inquadrabile: non è un regista, non è un centrocampista puro, non è un attaccante e ieri sera ha faticato pure da trequartista. Cos'è, allora? Senza il suo genio, la Juventus è prevedibile, sfrutta solo le corsie orizzontali, per le verticalizzazioni si affida sempre al lancio dalle retrovie di Bonucci, Higuain alla resa dei conti tocca pochi palloni.

Rimediare si può: aspettando gennaio, più che marzo. Perché al mercato invernale la dirigenza potrà colmare quelle lacune che si sono create con i mancati arrivi di Witsel e Matuidi. Nel frattempo, tocca ad Allegri metterci una pezza.
 

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