Il segretario alla Giustizia britannico scende in campo per dirigere il partito conservatore

Boris Johnson "non può garantire la leadership e costruire la squadra" necessaria al "compito che ci attende". Sono queste le motivazioni che hanno spinto il segretario alla Giustizia Michael Gove a presentare la propria candidatura per la leadership del partito conservatore britannico. L'annuncio, a poche ore dalla chiusura delle candidature è arrivato di sorpresa. "Ho più volte detto che non voglio essere primo ministro. Questa è sempre stata la mia visione. Ma gli eventi dallo scorso giovedì hanno molto pesato su di me", ha aggiunto Gove.

 Gove era considerato uno dei sostenitori di Johnson, almeno fino a qualche ora fa. E l'ex sindaco di Londra contava sul sostegno del ministro in vista della campagna per guidare il partito. Durante la campagna per il referendum, i due hanno lavorato fianco a fianco per garantire la vittoria della Brexit. Ma una mail inviata ieri dalla moglie di Gove, la giornalista del Daily Mail Sarah Vine, alla persona sbagliata ha rivelato le preoccupazioni per la candidatura di Johnson a nuovo capo dei Tory. Nella mail, la giornalista riferisce che il marito dovrebbe ottenere garanzie specifiche sul proprio futuro prima di siglare un qualsiasi accordo con Johnson e "non concedere terreno".

I cittadini, dice Gove in un intervento pubblicato sul sito dello Spectator, "ci hanno detto di ripristinare il controllo democratico delle politiche di migrazione e di spendere i loro soldi per priorità nazionali come la salute, l'educazione e le scienze invece di darli a Bruxelles". Il ministro dice di "rispettare e ammirare tutti i candidati in corsa per la leadership". In particolare, aggiunge, "volevo aiutare a costruire una squadra dietro a Boris Johnson in modo che un politico che ha sostenuto l'uscita dall'Unione europea potesse condurci verso un migliore futuro". Ma poi l'affondo: "Tuttavia, a malincuore, sono arrivato alla conclusione che Boris non può fornire la leadership o costruire la squadra per il compito che ci attende".

Pertanto, conclude, "ho deciso di farmi avanti per la leadership. Voglio che sia un dibattito aperto e positivo sul percorso che il Paese dovrà prendere. Qualunque sarà l'esito del dibattito lo rispetterò. Nei prossimi giorni presenterò il mio piano per il Regno Unito che mi auguro possa fornire unità e cambiamento".
 

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