Il giovane racconta "l'inferno" che ha visto quando è accorso sul luogo dell'esplosione

"Mia madre è stata assassinata perché si è posta fra la legge e chi provava a violarla, come molti giornalisti forti. Ma lei è stata presa di mira anche perché era l'unica persona a farlo". Si apre così un lungo post pubblicato su Facebook da Matthew Caruana Galizia, figlio della giornalista d'inchiesta Daphne Caruana Galizia rimasta uccisa ieri a Malta nell'esplosione della sua auto.

Il giovane racconta "l'inferno" che ha visto quando è accorso sul luogo dell'esplosione, nel campo dove l'auto era finita saltando in aria: "Non lo dimenticherò mai, correre intorno all'inferno nel campo, provando a trovare un modo per aprire lo sportello, il claxon della macchina che ancora suonava, io che gridavo a due poliziotti comparsi con un solo estintore".

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Matthew Caruana Galizia definisce quella che ha visto una scena di guerra: "Mi dispiace essere così crudo, ma questo è il volto della guerra, e dovete saperlo. Non è stato un omicidio ordinario e non è stato tragico. Tragico è quando qualcuno viene investito da un autobus. Quando c'è sangue e fuoco tutto in torno a te, questo è guerra. Siamo persone in guerra contro lo Stato e il crimine organizzato, che sono diventati indistinguibili", accusa il figlio della giornalista, definendo il premier Joseph Muscat un "clown" che poche ore dopo l'omicidio "rilasciava dichiarazioni in Parlamento su una giornalista che aveva impiegato un decennio a demonizzare e attaccare".

"Sì, questo è quello che siamo: uno Stato mafioso in cui ora puoi cambiare genere sulla carta d'identità (grazie a Dio!) ma dove vieni fatto saltare a pezzi per esercitare le tue libertà fondamentali", prosegue il figlio della reporter. E poi conclude: "Joseph Muscat, Keith Schembri, Chris Cardona, Konrad Mizzi, il procuratore generale e la lunga lista di commissari di polizia che non hanno agito: siete complici. Siete responsabili di questo". 

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