La prima "giornata della rabbia". Le vittime sono due uomini. Hamas invita ad assediare le ambasciate Usa nel mondo

Due palestinesi sono morti e 145 sono rimasti feriti negli scontri di oggi con le forze israeliane nell'ambito delle proteste nella nuova 'giornata della rabbia' convocata dalle fazioni palestinesi contro la decisione del presidente Usa, Donald Trump, di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.

Secondo fonti della Mezzaluna rossa, in totale 74 palestinesi sono stati feriti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est (13 da proiettili veri e 61 da proiettili di gomma), mentre 177 hanno avuto bisogno di cure mediche per l'inalazione di gas lacrimogeni. Fra loro c'è il palestinese che è in condizioni gravi dopo essere stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco esplosi dalle forze israeliane perché ha attaccato con un coltello un poliziotto israeliano nella zona nordest di Ramallah, in Cisgiordania, ferendolo lievemente. A Gaza, invece, 31 palestinesi sono stati feriti da munizioni vere, e due di loro sono in condizioni gravi. 

Le vittime sono state identificate come Yaser Sukar, 32 anni, e Yaser Yasin, 23 anni: partecipavano a una protesta vicino al confine, dove un gruppo di palestinesi si è recato per lanciare pietre e molotov contro i soldati israeliani.

L'appello di Hamas –  E Hamas ha lanciato un appello ad "assediare" le ambasciate degli Stati Uniti in tutto il mondo in risposta al riconoscimento di Gerusalemme come capitale. "Invitiamo la gente libera del mondo ad assediare le ambasciate Usa in tutto il mondo, finché Trump non ritirerà la sua dichiarazione", ha dichiarato il vice capo del movimento a Gaza, Khalil al Hayah. "La nostra rivoluzione in Palestina e all'estero non cesserà finché non rettificherà la sua dichiarazione", ha insistito.

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