L'azienda dice no alla cassa integrazione. Il ministro: "Irresponsabili". Chiamparino: "Atteggiamento incomprensibile"

Finisce nel peggiore dei modi il tentativo di accordo fra il ministro Carlo Calenda e i rappresentanti della Embraco. Il gruppo brasiliano, che fa parte di Whirlpool, non ha voluto ritirare i circa 500 licenziamenti nello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese.

Ministro e sindacati avevano insistito con Embraco perché ritirasse i 497 licenziamenti (su 537 posti) e attivasse la cassa integrazione. La multinazionale, che fa parte del gruppo Whirlpool, ha risposto picche scatenando l'ira funesta del ministro. "Un atteggiamento che non si comprende, perché la differenza fra le due proposte è 'non materiale', se non fosse che la cassa integrazione ci permette di fare un percorso di reindustrializzazione in continuità e quindi è molto importante anche perché ci sono imprenditori interessati. Dall' azienda si conferma atteggiamento di totale irresponsabilità", spiega.

"Ci troviamo di fronte al peggior caso di una multinazionale che dimostra totale mancanza di sensibilità nei confronti del lavoratori e totale mancanza di rispetto nei confronti del governo. Ne prendiamo atto ed agiremo di conseguenza", dice ancora. "Nel frattempo attiviamo urgentemente un lavoro con Invitalia per cercare di trovare un percorso di reindustrializzazione in tempi molto brevi perché abbiamo poco piu di un mese".

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