Una serie di studi e statistiche dimostra che i due fenomeni non sono direttamente collegati. Il risultato del fact checking del Master di Giornalismo di Torino e LaPresse

È vero che l'aumento di armi legali fa crescere il numero dei reati? Semaforo rosso. I due fenomeni non sono direttamente collegati.

Osservando l’evoluzione dei dati nel decennio 2007–2017, è possibile ipotizzare una relazione diretta tra le due statistiche? A quanto pare no. Il numero di armi detenute legalmente cresce, mentre cala il numero di reati. L’Istat rileva come dal 2007 al 2017 siano passati da 99.107 a 60.285 i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria. Questi numeri si riferiscono ai soli reati commessi con arma da fuoco. La decrescita però non è continua, in quanto si evidenzia un calo iniziale fino al 2010 (66.716), seguito da un successivo aumento fino al 2013 (83.968). Infine un trend in costante diminuzione.

Nello stesso periodo il numero di armi legali ha invece registrato una crescita significativa. Una stima del 2007 conta circa 7 milioni di armi detenute legalmente, mentre il dato aggiornato al 2017 mostra un aumento fino a 8.609.000. Questo è il trend. Stando agli ultimi dati disponibili, il Report del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra sulle 'small arms' colloca nel 2017 l’Italia al 14° posto tra i Paesi al mondo per numero di armi da fuoco detenute da civili. La media è di 14,4 ogni 100 abitanti. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti con oltre 393 milioni. Infine in base ai dati Istat, nel 2017 il numero di delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria raggiunge la quota di circa 2 milioni e mezzo.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata