Il Giubileo dei giovani 2025, che vivrà il clou tra sabato e domenica con la veglia di preghiera e la messa con Papa Leone XIV a Tor Vergata, è il quarto evento giubilare dedicato alle ragazze e ai ragazzi.
I precedenti Giubilei dei giovani
Il Giubileo della Redenzione 1984
La prima volta fu nel 1984, in occasione del Giubileo della Redenzione. L’incontro si tenne il 14 aprile, alla vigilia della Domenica delle Palme, a San Giovanni in Laterano.
“Quale meraviglioso spettacolo costituisce, nello scenario di questa piazza, la vostra odierna assemblea – disse San Giovanni Paolo II – Chi ha detto che la gioventù di oggi ha perso il senso dei valori? È proprio vero che su di essa non si può contare? Ebbene, io dico che già l’esperienza di questi giorni – grandiosa e consolante esperienza di compattezza, di fraternità e di coraggio nell’aperta professione della fede – è di per sé una risposta a siffatte domande ed una smentita a quei dubbi”.
In quella circostanza furono circa 300mila i giovani presenti.
Da lì iniziarono le Gmg e fu quello il punto di partenza dei ‘Papaboys’ ovvero dei milioni di giovani che hanno sempre, costantemente, accompagnato il Papa polacco che poi, li esortò a “non cedete alla ‘cultura di morte’” e a scegliere “la vita”. “Schieratevi con quanti non accettano di declassare il loro corpo al rango di oggetto. Rispettate il vostro corpo”, disse ancora Wojtyla.
Il Giubileo dei Giovani 2000
Il secondo Giubileo dei giovani è datato agosto 2000. Dal 15 al 20 circa 2 milioni di ragazze e ragazzi giunsero a Roma. Il clou di quell’appuntamento fu la notte di Tor Vergata con la veglia a cui partecipò Giovanni Paolo II. Di una notte sono ancora vive le immagini del Papa che interagisce con i ragazzi animando il canto e abbracciando un giovane che riuscì a raggiungerlo sul palco. Il Pontefice definì quella veglia “indimenticabile”, esortò i presenti all’impregno per creare una società “più umana e fraterna” e pronunciò una frase che ha fatto epoca definendo i giovani “sentinelle del mattino n quest’alba del terzo millennio”.
Al termine il Papa salutò i giovani con queste parole: “C’è un proverbio polacco che dice: ‘Kto z kim przestaje, takim si? staje’. Vuol dire: se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane. Così ritorno ringiovanito. E saluto ancora una volta tutti voi, specialmente quelli che sono più indietro, in ombra, e non vedono niente. Ma se non hanno potuto vedere, certamente hanno potuto sentire questo ‘chiasso’. Questo ‘chiasso’ ha colpito Roma e Roma non lo dimenticherà mai”.
Giubileo giovani 2016
Il terzo evento dedicato ai giovani in un Giubileo è stato nel 2016 in occasione dell’Anno Santo straordinario della Misericordia. Il 24 aprile Papa Francesco, nel suo discorso, parlò ai giovani del concetto di libertà. “Molti vi diranno che essere liberi significa fare quello che si vuole. Ma qui bisogna saper dire dei no. Se tu non sai dire di no, non sei libero. Libero è chi sa dire sì e sa dire no. La libertà non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. No, non è vero. La libertà, invece, è il dono di poter scegliere il bene: questa è libertà”.
“E’ libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso, non è facile. Ma io credo che voi giovani non abbiate paura delle fatiche, siete coraggiosi! Solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita. Scelte coraggiose e forti. Non accontentatevi della mediocrità, di ‘vivacchiare’ stando comodi e seduti; non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una ‘app’ che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore. La libertà è un’altra cosa”.

