Papa Francesco, la “carezza” dei bambini all’ospedale Gemelli

“Papa Francesco ci manchi, torna con noi”. Domenica mattina, trecento bambini hanno voluto portare una “carezza” al Pontefice, ancora ricoverato al Gemelli. Un appuntamento, promosso da Unicef, Sant’Egidio e dal movimento degli scout di tutta Italia, per sostenere il Papa in questo momento difficile per lui e per il mondo intero. Una sorpresa che Begoglio ha accolto con tanto affetto facendo sapere ai piccoli fedeli che lui è a conoscenza della loro presenza: “Papa Francesco sa che i bambini sono qui in questo momento a pregare per lui – dice Padre Enzo Fortunato, presidente del comitato per la ‘Giornata mondiale dei Bambini’ – I bambini nei loro disegni, nelle loro preghiere ci donano il desiderio di un mondo migliore e noi adulti dobbiamo imparare ad ascoltarli e imparare che la tenerezza è una forza, che la fragilità significa prendersi cura, ma soprattutto far abitare e vivere nelle nostre relazioni i nostri sentimenti. Allora davvero il mondo sarebbe migliore”. “Questa è la piazza della pace, dove i bambini, che sono il presente e il futuro, chiedono al loro eroe di guarire e tornare presto – spiega Andra Iacomini, portavoce Unicef per l’Italia – Questi bambini hanno bisogno di un leader che parli di pace nel momento in cui ci sono 500 milioni di loro coetanei che vivono in 59 paesi in conflitto. È bello vedere questi colori, questi palloncini, è bello vedere che questo grido di pace, che si estenderà in tutto il mondo, provenga proprio dai bambini”. “I bambini chiedono pace – aggiunge Marco Impagliazzo, presidente della comunità di Sant’Egidio – Oggi siamo qui per pregare per il Papa, affinché torni a parlare forte in questo momento di transizione e affinché la pace si affermi in Ucraina, a Gaza e in ogni posto dove c’è bisogno”.