Papa in Africa, Bergoglio: “Tutto il mondo in guerra, fermiamoci”

Papa in Africa, Bergoglio: “Tutto il mondo in guerra, fermiamoci”
Il Papa in Sud Sudan, le parrole di Papa Francesco sul volo del ritorno

Il Pontefice sul volo di ritorno a Roma dall’Africa: “Vendita armi è la peste più grande, pronto a incontrare Putin e Zelensky”. Sul Papa Emerito: “Strumentalizzata la sua morte”

 “Tutto il mondo è in guerra, in autodistruzione, fermiamoci in tempo!”. Così Papa Francesco, a fianco dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, e del moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia Ian Greenshields, ai giornalisti sul volo di ritorno dal Sud Sudan

 “Il tema della violenza è un tema quotidiano. Lo abbiamo appena visto in Sud Sudan. È doloroso vedere come si provoca la violenza. Uno dei punti è la vendita delle armi. Anche l’arcivescovo Welby ha detto qualcosa su questo. La vendita delle armi: credo che nel mondo questa è la peste più grande. L’affare … la vendita delle armi” ha aggiunto Bergoglio.  “Qualcuno che ci capisce – ha precisato il Pontefice – mi diceva che senza vendere armi per un anno finirebbe la fame nel mondo. Non so se è vero. Ma oggi al top è la vendita delle armi. E non solo tra le grandi potenze. Anche a questa povera gente… gli seminano la guerra dentro. È crudele. Gli dicono: ‘Vai alla guerra!’, e gli danno le armi”.

“Io sono aperto a incontrare entrambi i presidenti, quello dell’Ucraina e quello della Russia, sono aperto per l’incontro” ha detto Francesco rispondendo a una domanda sulla possibilità di incontrare il presidente russo Vladimir Putin per discutere della pace.”Se io non sono andato a Kiyv è perché non era possibile in quel momento andare a Mosca – ha ricordato il Pontefice – , ma stavo dialogando, anzi il secondo giorno della guerra sono andato all’ambasciata russa a dire che volevo andare a Mosca a parlare con Putin, a patto che ci fosse una piccola finestrina per negoziare. Poi il ministro Lavrov mi ha risposto che valutava bene ma dicendo ‘vediamo più avanti’”. 

“La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare. Più o meno, cinquanta Paesi, in un modo o in un altro, portano a questa criminalizzazione – mi dicono di più, ma diciamo almeno cinquanta – e anche alcuni di questi – credo siano dieci, hanno la pena di morte (per gli omosessuali n.d.r.) – questo non è giusto, le persone di tendenze omosessuali sono figli di Dio, Dio gli vuole bene, Dio li accompagna. È vero che alcuni sono in questo stato per diverse situazioni non volute, ma condannare una persona così è peccato, criminalizzare le persone di tendenza omosessuale è una ingiustizia” ha poi detto Papa Francesco .

Benedetto XVI, “strumentalizzata la sua morte”

 “Alcune storie che si dicono, che Benedetto XVI era amareggiato per quello che ha fatto il nuovo Papa, sono storie da ‘telefono senza fili’. Anzi io l’ho consultato per alcune decisioni da prendere. E lui era d’accordo. Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa”. Così Papa Francesco parlando ai giornalisti sul volo di rientro dal Sud Sudan. “Si vede in ogni parte, la tendenza a fare di posizioni teologiche dei partiti – ha aggiunto il Pontefice. Queste cose cadranno da sole, o se non cadranno andranno avanti come tante volte è accaduto nella storia della Chiesa. Ho voluto dire chiaramente chi era Papa Benedetto, non era amareggiato”.”Lui sempre era al mio fianco, appoggiando e se aveva qualche difficoltà, me la diceva e parlavamo. Non c’erano problemi. Una volta – ha raccontato ancora Papa Bergoglio – che io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, del fatto che il matrimonio è un sacramento e che noi non possiamo fare un sacramento, ma che c’è una possibilità di assicurare i beni tramite la legge civile, che è cominciata in Francia” “una persona che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andato da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello e ha detto: spiegatemi questo e loro lo hanno spiegato. E così è finita la storia”.

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