Milano, investita e uccisa da auto pirata: 3 dei minori fermati andranno in comunità

Milano, investita e uccisa da auto pirata: 3 dei minori fermati andranno in comunità
Controlli di Polizia Locale e Carabinieri nel Campo Rom di via selvanesco dove sono rientrati i ragazzi protagonisti dell’incidente mortale in cui ha perso la vira Cecilia De Astis – Milano, 13 Agosto 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse)

Alla chiesa di San Barnaba i funerali di Cecilia De Astis

Tre dei minori responsabili della morte di Cecilia De Astis, investita e uccisa a Milano, saranno collocati in comunità protette. Si tratta del 13enne che guidava l’auto che lunedì ha investito e ucciso la 71enne, del 12enne e della sorella di 11 anni dell’accampamento di via Selvanesco.

I tre minori rintracciati in Piemonte

Il provvedimento d’urgenza è stato preso perché le famiglie si sono allontanate dal luogo di dimora “senza comunicare le proprie intenzioni” nonostante la “buona collaborazione durante la prima fase delle indagini”. I tre minori sono stati fermati tutti in Piemonte. I due maschi all’interno in un terreno agricolo nel Comune di Beinasco, mentre la più piccola è stata rintracciata sull’A6 Torino-Savona all’altezza del casello di Fossano in direzione Ventimiglia.

Si cerca il quarto minore

Sono in corso attività per rintracciare il quarto minore del gruppo che lunedì era a bordo dell’auto, rubata a un turista francese prima della tragedia. Al ritrovamento dei ragazzini ha contribuito la polizia stradale del Compartimento Piemonte. I provvedimenti eseguiti dalla polizia locale di Milano sono stati presi d’intesa con la Procura per i minorenni che aveva appena avanzato dei ricorsi urgenti a tutela dei minori ed era in attesa delle decisioni del Tribunale per i minori.

Pm: “Minori allontanati da famiglie perché in pericolo”

I minori responsabili della morte della 71enne Cecilia De Astis, collocati oggi dalla polizia locale in “un luogo sicuro”, sono stati allontanati dalle proprie famiglie perché “moralmente e materialmente” abbandonati ed esposti “nell’ambiente familiare a grave pregiudizio e pericolo” per la propria “incolumità psicofisica”. E’ quanto prevede a norma di legge il provvedimento preso d’intesa con la Procura per i minorenni di Milano, diretta da Luca Villa, nei confronti dei 3 ragazzini individuati questa notte in Piemonte mentre si cerca il quarto che era bordo della Citroen che ha travolto e ucciso la donna a Gratosoglio. Entro 24 ore verrà trasmessa una relazione al pm per i minori che, in astratto, nei successivi tre giorni, anche attraverso indagini e raccolta di testimonianze, potrà chiedere la revoca del collocamento, la convalida al Tribunale per i minorenni e nello stesso ricorso la “decadenza dalla responsabilità genitoriale” per violazione dei “doveri”. Sulla convalida decide il giudice nelle successive 48 ore e nomina un curatore speciale fissando un’udienza entro 15 giorni. E’ in quell’occasione che i ragazzini verranno eventualmente sentiti.

Figlio De Astis: “Non possiamo dare responsabilità solo a ragazzini”

“Le forze dell’ordine sanno fare il loro operato, bisogna che tutti noi siamo messi nelle condizioni di poter vivere serenamente senza la paura di fare una passeggiata o una piccola commissione per le strade di tutti i quartieri. Chi ha parlato con questi bambini dice che forse non si sono resi conto bene di cosa sia successo: non raggiungevano neanche l’età di 14 anni, quindi capite bene che non possiamo accollare sulle loro spalle tutta la responsabilità del gesto”. Così Filippo Di Terlizi, figlio di Cecilia De Astis, la donna travolta e uccisa a Milano da un’auto guidata da un 13enne, con a bordo altri tre ragazzini rom tra gli 11 e i 13 anni, e rubata poco prima a turisti francesi, prima di entrare al funerale della donna. “Aiutiamoci come società, come comunità. Siamo un quartiere, siamo una città grande, non siamo l’ultimo Paese del mondo, tutti meritiamo rispetto, dignità, solidarietà e siamo un Paese forte: cerchiamo di fare valere la nostra forza”, ha aggiunto l’uomo. “La sensazione è che le istituzioni se ne dovranno occupare, pensare a quello che non è stato possibile fare prima e a quello che si potrà fare dopo. Ormai il presente è che la mia mamma non c’è più”.

Sorella De Astis: “Momenti belli aiuteranno a sopportare dolore e rabbia”

Sono circa duecento le persone che nella chiesa di Santa Barnaba, in via Feraboli 27 nel quartiere Gratosoglio a Milano, partecipano ai funerali di Cecilia De Astis, la donna travolta e uccisa da un’auto guidata da un tredicenne, con a bordo altri tre ragazzini rom tra gli 11 e i 13 anni, rubata poco prima a turisti francesi. Prima della funzione, i figli e le sorelle della vittima hanno tracciato a turno un breve ricordo della donna. “Insieme abbiamo condiviso grandi dispiaceri ma anche momenti belli che ci aiuteranno a sopportare un dolore misto a rabbia per il fallimento del sistema e della società di cui sei stata vittima”, ha detto la sorella Lina. L’altra sorella, Maria, in lacrime, ha aggiunto: “Ciao, Cecilia, ti vogliamo bene”, facendo partire un lungo applauso dai presenti.

A funerale De Astis parroco cita De André, su periferie fatti concreti

Al termine della funzione funebre per Cecilia De Astis, nella chiesa di San Barnaba a Milano, il parroco don Paolo Steffano, che insieme al vicario don Davide Berocchi ha officiato il rito, ha citato Fabrizio De André e la canzone ‘Via del campo’. “Dai diamanti non nasce niente, e sappiamo come va avanti, dal letame nascono i fiori e noi qui a Gratosoglio sicuramente non abbiamo diamanti. Ma abbiamo molti fiori, non dimentichiamoli. E se non li vediamo andiamo a cercarli. Non servono gli scatti di rabbia”, ha detto il sacerdote che ha poi ringraziato Filippo e Gaetano, familiari della vittima, “che pur avendo il cuore gonfio non vi siete lasciati prendere, come tanti altri. Certo, un po’ di indignazione ce l’abbiamo tutti e non può non esserci. Ma non serve la rabbia. Sicuramente non servono i discorsi, i proclami, né tantomeno lo scaricabarile. È sempre colpa di un altro, di un’altra istituzione. Non servono neppure i documenti sulle periferie, nemmeno quelli sulla convivenza pacifica. Servono fatti concreti. Sempre De André dice così: prima pagina, venti notizie, ventuno ingiustizie, lo Stato che fa, si costerna, si indigna, si impegna, poi getta la spugna con gran dignità”. Don Steffano ha poi richiamato le parole dell’arcivescovo auspicando “uomini e donne dal fuoco dentro, concrete, che abitano e vivono la nostra realtà, non che parlano e ne approfittano per tirare dalla propria parte chissà quale idea. Persone che però non stanno in silenzio, che agiscono nel concreto e quando cercano di farci tacere, come dice Gesù su Gerusalemme, grideranno le pietre”. Ha quindi rivolto un appello a istituzioni e privati a “investire con continuità sulla povertà educativa, sulla scuola, sulle associazioni sportive, le cooperative di quartiere, sulle parrocchie”. Concludendo, ha affidato a Cecilia “le nostre speranze. Ti chiedo da lassù di benedire i tuoi figli, ma anche il nostro quartiere, che hai sempre amato. Filippo e Gaetano, insieme a noi, travolti dal male, chiediamo a Cecilia di essere travolti da piccoli segni di speranza”.

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