Caso Almasri, Meloni: “Agito nel rispetto della legge e per tutelare la sicurezza degli italiani”

Caso Almasri, Meloni: “Agito nel rispetto della legge e per tutelare la sicurezza degli italiani”
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 07-09-2023 Nella foto Alfredo Mantovano, Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi

La premier in una intervista al Tg5 torna a difendere la condotta del suo esecutivo e si scaglia contro la magistratura: “Disegno politico dietro alcune decisioni”

Nel giorno in cui in Parlamento prende il via l’esame della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei tre membri del governo indagati per il caso Almasri, la premier Giorgia Meloni torna a difendere la condotta del suo esecutivo e si scaglia contro la magistratura. A chi le chiede un’opinione sul fronte giudiziario della vicenda che riguarda il rimpatrio del generale libico, la presidente del Consiglio risponde: “A me non sfugge che la riforma della giustizia procede a passi spediti e, diciamo così, ho messo in conto eventuali conseguenze”. E poi aggiunge: “Io vedo un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura”, riferendosi “particolarmente” a “quelle che riguardano i temi dell’immigrazione”. Un affondo a tutto campo, quello della premier. Anche se al centro dei riflettori resta il caso Almasri. E mentre in maggioranza prevale la cautela nel commentare l’arrivo alla Camera delle carte del Tribunale dei Ministri, è ancora Meloni a dettare la linea. “Io non sono Alice nel Paese delle Meraviglie, sono il capo del governo e non sono neanche, diciamocelo, un Conte qualsiasi che faceva finta di non sapere che cosa facesse il suo ministro degli Interni”, ribadisce nell’intervista al Tg5.

Meloni: “Surreale la richiesta di autorizzazione a procedere”

Una posizione espressa già nei giorni scorsi, e che la premier tiene a rafforzare: “Considero surreale la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, che hanno agito nel rispetto della legge e per tutelare la sicurezza degli italiani”. Una linea che il centrodestra si prepara a riaffermare in vista del voto di settembre sul caso Almasri. Tra le fila della maggioranza non sembrano emergere perplessità: nella Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio, e poi in Aula, la maggioranza voterà per il diniego dell’autorizzazione. E quindi per difendere l’immunità dei membri del governo. Quando, con il loro voto, dovranno stabilire se ministri e sottosegretari abbiano agito o meno nell’interesse nazionale, i deputati non avranno dubbi. Il centrodestra serra così i ranghi nel momento in cui torna a manifestarsi qualche preoccupazione sulle possibili ricadute politiche della vicenda. A impensierire è soprattutto la voce, che continua a circolare con insistenza tra i corridoi dei Palazzi, sulla possibile apertura di un secondo filone d’inchiesta sul caso Almasri. Che riguarderebbe alti dirigenti e funzionari ministeriali, e che potrebbe includere anche la capo di Gabinetto del ministero della Giustizia Giusi Bartolozzi. Ipotesi che allerta via Arenula dove – a quanto si apprende – si stanno studiando le forme giuridiche per estendere l’immunità anche alla dirigente di via Arenula. Scenario non escluso dal presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli. “È ragionevole che chi concorra, cooperi e partecipi all’attività di governo e, nella fattispecie, di un ministero, nel momento in cui svolga un’attività che ha la stessa finalità e funzione in collaborazione con il ministro, sia coperto come il ministro nell’interesse dello stato costituzionale. Questo perché è un elemento strumentale per l’esercizio di quella funzione governativa”. Ed è proprio sul ruolo di Bartolozzi che affondano le opposizioni. “È lei il vero ministro della Giustizia, Nordio è solo una comparsa: è lei che costruisce le strategie politiche, e Nordio si limita a prenderne atto. Ma a saltare sarà proprio lei, Giusi Bartolozzi, colei che invitava i dirigenti del ministero della Giustizia a comunicare su Signal”, attacca il leader di Avs Angelo Bonelli. “Sulla vicenda Almasri i tre magistrati Mantovano, Nordio e Giusi Bartolozzi stanno trascinando il Governo in uno scandalo senza precedenti”, affonda il leader di Iv Matteo Renzi.

Conte: “Non sono una Meloni qualsiasi

“Non sono certo una Meloni qualsiasi…”, ironizza il presidente del M5S Giuseppe Conte, citando la punzecchiatura della premier. E poi attacca: “Il governo ha mentito anche al Parlamento. Perché tutto questo? Giorgia Meloni è sotto ricatto, l’intero governo è sotto ricatto?”. Alle “bugie di governo” fa riferimento anche il capogruppo al Senato del Pd Francesco Boccia. E mentre le opposizioni attaccano la premier, invitandola a riferire in Parlamento, si preparano già alla battaglia in Giunta per le Autorizzazioni a Montecitorio. Che dovrà esprimersi entro fine settembre con tre distinti voti a scrutinio palese, ciascuno per ogni membro del governo coinvolto. Nel caso di un diniego, la decisione passa all’Aula della Camera, che nel mese di ottobre sarà chiamata a decidere in via definitiva se consentire o negare l’autorizzazione a procedere.

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