Londra (Regno Unito), 12 mag. (LaPresse/AP) – Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha lanciato oggi il piano del suo governo sull’immigrazione. Ha promesso che ridurrà il numero di immigrati e renderà più difficile stabilirsi nel Regno Unito, affrontando una questione che da anni tormenta i governi che si succedono e che ha alimentato l’ascesa del partito anti-immigrati Reform UK che potrebbe minacciare l’establishment politico del Paese. Starmer, il cui partito laburista di centro-sinistra ha ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni dello scorso luglio, affronta la pressione degli elettori, sempre più frustrati dagli alti livelli di immigrazione che molti ritengono abbiano messo a dura prova i servizi pubblici e alimentato le tensioni etniche in alcune parti del Paese. Meno di due settimane dopo che Reform UK, il partito di estrema destra guidato da Nigel Farage, ha ottenuto grandi vittorie nelle elezioni locali, il premier ha promesso che porrà fine al “fallito esperimento britannico delle frontiere aperte”. “Ogni aspetto del sistema di immigrazione – lavoro, famiglia e studio – sarà rafforzato in modo da avere un maggiore controllo”, ha dichiarato Starmer durante un discorso a Downing Street. “Creeremo un sistema controllato, selettivo ed equo”, ha proseguito, promettendo di ridurre “in modo significativo” l’immigrazione legale, tagliando il numero di visti concessi per lavori poco qualificati, aumentando le soglie salariali per i visti legati all’occupazione e innalzando gli standard di conoscenza dell’inglese per i migranti. Inoltre, adottando il linguaggio della campagna pro-Brexit che un tempo aveva contrastato, ha affermato che il suo governo “riprenderà il controllo” delle frontiere britanniche.

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