Torino, 21 giu. (LaPresse) – Se da un lato l’esplorazione mineraria richiede delle prospettive di medio-lungo periodo periodo (una decina anni, dall’esplorazione fino al momento in cui le materie potrebbero essere disponibili da utilizzare per l’industria), dall’altro, spiega Bonato, il riciclo potrebbe dare dei risultati interessanti in termini molto più brevi e quindi contribuire a implementare la strategia di indipendenza dell’Italia dall’importazione di materie prime critiche, grazie proprio alla possibilità di ottenerle dal riciclo. “Siamo il Paese europeo – evidenzia – con una maggiore attitudine e capacità di fare economia circolare. Siamo un Paese che ha un’infrastruttura molto ben predisposta a lavorare sulla dimensione del riciclo dei beni a fine vita”, come per le batterie e le auto, ad esempio. “Questa industria del riciclo è un valore già oggi e potrebbe dare risultati decisamente migliori per il recupero e valorizzazione delle materie prime strategiche, che servono alle nostre industrie, se ci fosse un’azione legislativa a sostegno di questo settore”. La speranza per Bonato era che il decreto legge sciogliesse alcuni ‘nodi’, come la restituzione dei rifiuti da parte dei cittadini, operazione molto complessa in Italia che potrebbe essere affrontata con alcune semplificazioni, la poca comunicazione, ad esempio sui rifiuti elettronici, tempi per le autorizzazioni per impianti lunghi, burocrazia eccessiva. “Abbiamo fatto delle proposte – ricorda – per favorire lo sviluppo della raccolta di rifiuti che contengono materie prime critiche. Il sistema normativo è troppo complesso, burocratico e lento. Mancano controlli e standard e su questo fronte ci saremmo aspettati un intervento fondamentale per dare un impulso al riciclo”.

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