Torino, 19 giu. (LaPresse) – La crescita del Pil dell’1,3% al Sud nel 2023, oltre la media nazionale (+0,9%) “è un dato importante: una crescita più forte al Sud rispetto al resto del Paese non accadeva da molti anni e non è un fatto isolato perché fa seguito a tutta la fase di ripresa post Covid, momento in cui il Sud era cresciuto come il Centro e il Nord, contrariamente ad altre crisi precedenti. Questo è successo per la diversa intonazione delle politiche più espansive che hanno creato sicuramente delle condizioni per una ripresa estesa per il Mezzogiorno”. Lo dice a LaPresse Luca Bianchi, direttore generale di Svimez, commentando il report pubblicato questa mattina. Bianchi mette poi in luce “due aspetti: da un lato una miglior tenuta dell’industria meridionale dell’export rispetto al Centro nord, perché il Nord subisce più profondamente gli impatti della crisi tedesca e della manifattura europea, mentre il Sud evidenzia una buona dinamica su altri settori. E poi il contributo rilevante della crescita degli investimenti pubblici, perché la spesa delle opere pubbliche è cresciuta quasi del 50% in più. Questo fenomeno è dovuto a due elementi: comincia a esserci un po’ di spesa del Pnrr, che si conferma fondamentale per attivare il percorso di crescita, e gli investimenti dei fondi coesione”. In generale, quello che emerge è che “una politica del Sud concentrata su investimenti può avere un effetto di accelerazione”.

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