SCHEDA Cos’è e come funziona il bonus degli 80 euro voluto da Renzi

Roma, 9 ago. (AWE/LaPresse) – Era l'aprile 2014: "Avevamo detto 80? E 80 euro li abbiamo messi", proclamava l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciando la misura promessa in campagna elettorale. Subito attaccata dal M5s, che la definì una 'mancia elettorale' in vista delle Europee.

A partire dal mese di maggio 2014 è stato erogato il bonus – tecnicamente un credito – che prevede per gli aventi diritto l'erogazione di un importo complessivo di 960 euro annuali.

I soldi vengono elargiti direttamente in busta paga a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese, cioè i lavoratori dipendenti che hanno un reddito netto non inferiore a 8mila euro e non superiore a 26mila euro. Se il reddito complessivo è compreso tra 24mila e 26mila euro, il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 26mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 2.000 euro. Ne hanno beneficiato 11,3 milioni di cittadini, e la misura è stata via via confermata nelle leggi di Bilancio che si sono susseguite. Con qualche intoppo: nel giugno 2016, momento di consegna delle dichiarazioni dei redditi 2015, migliaia di contribuenti hanno dovuto restituire parzialmente o integralmente il bonus 80 euro: è il caso di chi con redditi aggiuntivi diversi da quello dipendente ha superato la soglia dei 26mila euro, perdendo così il diritto al bonus.

"Hanno provato a far credere che si trattasse di una misura spot, di un bonus, una una tantum – scriveva Renzi durante l'ultima campagna elettorale -. Alla fine, visto che gli 80 euro continuavano ad arrivare mese dopo mese, costituendo il più grande incremento di stipendio mai ottenuto dal ceto medio, taluni politici ipermilionari si sono messi a insultare il Pd e oltre 11 milioni di italiani parlando di 'mancia elettorale'. Oggi, però, nessuno dei partiti in campo per le Politiche 2018 si sogna di toglierli. Anzi, hanno tutti dichiarato di volerli mantenere".