Simone Vagnozzi, assieme a Darren Cahill, è l’allenatore di Jannik Sinner. Il 42enne di Ascoli Piceno e il 59enne di Adelaide (Australia) dal 2022 fanno parte del team che segue l’azzurro n°1 del mondo. Classe 1983, Vagnozzi è un ex tennista professionista, n°161 del ranking Atp nel singolare e n°74 nel doppio. La sua carriera tra i pro è iniziata nel 1999 e terminata nel 2015 quando poi ha deciso di dedicarsi al coaching.
Prima di allenare la “volpe” di Sesto Pusteria, Vagnozzi è stato il coach di altri due azzurri come Marco Cecchinato, ex n°16 Atp, e Stefano Travaglia, ex n°60.
Da quando è il tecnico di Sinner, si è aggiudicato il premio Atp di allenatore dell’anno (2023) mentre il campione altoatesino ha vinto 15 titoli Atp, tra cui quattro Slam. Il salto di qualità del fuoriclasse azzurro è stato evidente, soprattutto a cavallo tra il 2022 e il 2023, anno in cui è entrato stabilmente nella Top 10. La crescita di Jannik è stata continua fino al raggiungimento della prima posizione del ranking, il 6 ottobre 2024, e alla conquista di decine di trofei. Il prossimo potrebbe essere quello dello Us Open 2025, già alzato al cielo lo scorso anno. Il 24enne azzurro per ripete l’impresa dovrà prima sfidare lo spagnolo Carlos Alcaraz, n°2 del mondo e desideroso di rivalsa dopo la sconfitta in finale a Wimbledon.
Vagnozzi: “Finale traguardo incredibile, Sinner tranquillo”
“Arrivare a un’altra finale Slam è qualcosa di fantastico, incredibile. Non diamo nulla per scontato. Vediamo che succederà”, ha commentato Vagnozzi in zona mista dopo la vittoria in semifinale di Sinner contro Felix Auger-Aliassime. “Ha avuto solo un po’ di fastidio all’addominale a un certo punto, ma dopo il trattamento col fisioterapista è passato. Quando è rientrato, nei primi game non sapeva bene come stava, quindi non forzava; poi ha iniziato a spingere e il servizio è andato sempre meglio. Credo che sia tranquillo per domenica”, ha rassicurato il tecnico, che peraltro nel corso della partita aveva suggerito a Jannik di essere un po’ “un giocatore di poker”.
“A volte sei stanco e non devi farlo vedere all’avversario. Oggi nel secondo set è scesa un po’ l’energia: se l’avversario lo percepisce, può prenderne vantaggio. Devi saper mascherare un po’ emozioni e situazioni fisiche“, ha spiegato Vagnozzi, soddisfatto di aver visto l’azzurro emergere da un match durissimo contro un Auger-Aliassime in una delle sue versioni migliori di sempre. “Durante la partita avevamo consigliato qualche kick in più per iniziare lo scambio in vantaggio. Poi il fastidio all’addominale complicava la situazione, sentiva più dolore lanciando la palla indietro. Forse a un certo punto ha giocato troppo centrale e Aliassime ha potuto sventagliare il dritto. Non è facile cambiare altezze contro chi serve e spinge così tanto”, ha sottolineato.
Secondo l’allenatore marchigiano Jannik “sta diventando più tattico. Prima giocava solo su se stesso, ora riesce a lavorare anche sui punti deboli dell’avversario. La palla va velocissima, è difficile cambiare tanto, ma cerchiamo sempre qualche soluzione: stasera per esempio palle più liftate sul rovescio di Auger-Aliassime, cercando di aprire più l’angolo”.
Partite come questa, ha aggiunto, “a volte servono per godersi di più il percorso. Quando sei dentro, sei un po’ sballottato da tutte le parti, è una ruota che gira”, ha detto il coach che cerca sempre di guardare al percorso eccezionale di Jannik da una prospettiva tale per cui non si perda di vista un punto fondamentale. “Le difficoltà negli Slam sono normali, lui però ci ha abituato male perché ne incontra poche“.
“Sarà un match complicatissimo, Carlos proverà a fare qualcosa di diverso rispetto alla finale di Wimbledon, quindi dobbiamo prepararci. Domani sarà importante lavorare su qualche dettaglio tattico. Poi bisogna andare a giocare, godersela e spingere senza pressioni”. A questa finale Sinner “arriva con tanta fiducia dopo un anno giocato bene. Sarà un match difficilissimo con Carlos, che sta giocando altrettanto bene: sarà uno spettacolo anche domenica”.
Per la prima volta dal 1964 gli stessi due giocatori si sono incontrati in tre finali Slam su quattro in un anno, nella specialità del singolare maschie. Al Roland Garros Alcaraz ha vinto la finale più lunga nella storia del torneo dopo aver salvato tre match point. A Wimbledon Sinner è entrato negli albori, diventando il primo campione italiano ai Championships in singolare. In quel match lo spagnolo aveva ammesso: “Non riesco a tenere il suo ritmo, tira troppo forte per me”. “Spero che lo dica anche domenica!”, ha commentato Vagnozzi in vista dell’atto terzo del 2025 in una finale Slam, che deciderà anche chi sarà il numero 1 del mondo da lunedì.