La scalata del 49enne dalla laurea ai vertici della scuderia

Dalla laurea in ingegneria al Politecnico federale di Losanna fino alla nomina a team principal della Ferrari: è la parabola di Mattia Binotto, 49enne ingegnere italo-svizzero in procinto di essere promosso 'sul campo' alla guida della scuderia di Maranello al posto di Maurizio Arrivabene. Nato a Losanna il 3 novembre 1969 da famiglia italiana (il papà faceva il tassista, ndr), Binotto è entrato in Ferrari nel 1995 come ingegnere motorista nella squadra test. Da lì è iniziata la sua scalata dal basso fino alla plancia di comando della Scuderia a partire dalla prossima stagione, con l'obiettivo di riportare a Maranello quel titolo Mondiale che manca ormai dal 2011.

Nel corso della sua carriera come ingegnere del reparto corse dal 1997 al 2003 ha partecipato ai trionfi dell'era targata Michael Schumacher sotto la presidenza di Luca di Montezemolo e la direzione di Jean Todt. Divenuto ingegnere motori gara nel 2004, nel 2007 Binotto ha assunto il ruolo di Capo Ingegnere, corse e montaggio, e nel 2009 quello di responsabile operativo del Reparto Motori e KERS. Vice-direttore motore ed elettronica da ottobre 2013, nel 2014 viene nominato da Sergio Marchionne nuovo direttore per la Power Unit. Binotto è diventato nel corso degli anni una sorta di punto di riferimento e referente personale dell'allora amministratore delegato del gruppo FCA. In particolare Marchionne aveva apprezzato la svolta tecnica impressa dall'ingegnere italo-svizzero a partire dal 2015, con le tre vittorie conquistate nel campionato.

L'avvicinamento ai vertici della Scuderia è proseguito nel 2016, quando il 27 luglio viene nominato Chief Technical Officer della Ferrari al posto di James Allison. Ed è proprio sotto la direzione di Binotto, capace di valorizzare gli ingegneri italiani presenti in Ferrari come aveva sempre voluto Marchionne, che la Scuderia di Maranello nelle ultime due stagioni è riuscita a ridurre il gap nei confronti della Mercedes con macchine vincenti come la SF70H e la SF71H. Le competenze ingegneristiche unite alla capacità di gestione del personale e l'intrasingenza sul lavoro, hanno colpito Marchionne e ne hanno favorito l'ascesa.

Binotto, però, dovrà ora uscire dall'ombra per assumersi responsabilità anche nella gestione dei piloti con l'arrivo del baby fenomeno Charles Leclerc al fianco del quattro volte campione del Mondo Sebastian Vettel. Non solo, ma sarà lui a dover dare la linea in occasione delle riunioni tecniche e strategiche. Proprio la gestione dei piloti e gli ordini di scuderia erano stati fra i motivi di 'attrito' con Arrivabene nel corso della seconda parte di questa stagione, quando una serie di errori di Vettel e di strategia ai box hanno di fatto aperto la strada a Lewis Hamilton verso il suo quinto titolo di Campione del Mondo.
 

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