Il 31 luglio del 1954 il geologo ed esploratore friulano realizzò il suo progetto più amato e impegnativo

Quel ‘giallo’ a 8.611 metri sopra il cielo è destinato a non sbiadire mai. La storia di un’impresa epica segnata anche dalla sua continua ricerca della verità, compie 70 anni ma sembra dimostrarne molti di meno per il rinnovato ‘lifting’ alla sceneggiatura di un trionfo che da decenni le viene fatto. Era il 31 luglio del 1954, quando il friulano Ardito Desio, geologo ed esploratore, realizza il suo progetto più amato e impegnativo, quello di portare l’Italia per prima in cima al K2, riuscire dove tutti gli altri avevano fallito, vincere l’Ottomila più arduo e rischioso della Terra.

La spedizione alpinistica italiana patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato italiano, venne allestita 40 anni dopo il tentativo andato a vuoto da Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi. C’era da inseguire una grande vittoria sia sportiva che scientifica, dare lustro ad un Paese segnato dalla guerra che voleva tornare nel mondo per ragioni nobili, non più legate alla propaganda.

Dei 13 uomini che affrontarono con 16 tonnellate di materiale di carico la vetta al confine tra il Pakistan e la Cina, nella catena dell’Himalaya, solo due alpinisti, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, vengono scelti per l’assalto finale. E una volta in cima, quattro giorni dopo, il trionfo venne raccontato da tutto il mondo. Eppure quella storica scalata è legata ad un intricato ‘giallo’ mai davvero risolto e che fu accompagnato da polemiche, bugie e revisionismi. Perché qualcosa sembra non sia andata come raccontato dai giornali.

Qualcuno di quei 13 eroi, avrebbe tentato di anticipare ‘in soltaria’ Compagnoni e Lacedelli e conquistare da solo la vetta. Si fece il nome di Walter Bonatti, 24 anni, bergamasco, colui che avrebbe messo a repentaglio l’impresa provandoci da solo. Si va così a processo per diffamazione e si scopre che fu proprio Bonatti a salire fino agli ottomila per portare le bombole di ossigeno ai due prescelti dimostrando di essere l’unico di avere ancora la forza per continuare a salire. Si racconta che Compagnoni e Lacedelli siano ‘scappati via’ per paura che Bonatti li affiancasse o li sostituisse nel tratto finale. Lasciandolo così solo al Campo Base più alto. Molti si sono chiesti perché rovinare una bella storia con la verità. Come andarono veramente le cose è sembrato impossibile saperlo. Il ‘giallo’ degli Ottomila resta 70 anni dopo un ‘cold case’ congelato sui ghiacci.

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