Nell’ultima serata di gare sono le ragazze a rubare la scena e il cuore degli italiani, con una medaglia insperata e inattesa ma, proprio per questo, ancora più bella
C’è un’Italia della 4×100 che sfreccia nella notte di Monaco. Non è quella della staffetta maschile, campione olimpica a Tokyo e rimasta al palo sia in questi Europei che ai Mondiali di Eugene, frenata da assenze e incomprensioni che l’hanno tenuta fuori da entrambe le finali. Nell’ultima serata di gare sono le ragazze invece a rubare la scena e il cuore degli italiani, con un bronzo insperato e inatteso ma, proprio per questo, ancora più bello. Per l’Italia, che chiude la rassegna continentale al settimo posto nel medagliere e con undici medaglie complessive, è un piazzamento comunque storico: la 4×100 mancava dal podio dal lontanissimo 1954, con un terzo posto centrato anche nel 1938. Uniche medaglie raccolte dal movimento in 25 edizioni di Europei.Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese ottengono il miglior risultato della loro carriera e stampano un magnifico 42”84, alle spalle della Germania padrona di casa (42”34), spinta alla vittoria dalla bolgia dell’Olympiastadion, e della Polonia (42”61).
Al traguardo lacrime di apprensione – per un cambio sospetto tra la prima e la seconda frazione – lasciano presto spazio a un pianto di gioia, una volta convalidato l’ordine di arrivo. “Noi ci credevamo davvero tanto, ci abbiamo messo il cuore e il 100%. Non era facile, ci sono squadre veramente importante ma ciò che conta è la squadra. Noi siamo unite e lo abbiamo dimostrato in pista. Cosa ci siamo dette prima della gara? Che non abbiamo paura di nessuno, non valiamo meno di nessuno”, ha raccontato Dosso. Accanto a lei Kaddari, finalista nei 200 metri, che ha ‘preparato’ la finale pranzando a Casa Italia insieme a Pavese, è un fiume in piena di emozioni. “Penso di non poter smettere di piangere – ha ammesso – Ci credevo un sacco con le ragazze, volevo andar via con una medaglia. Sono davvero felice”. La veterana del gruppo è Anna Bongiorni, occhi lucidi all’arrivo e la più consapevole della portata dell’impresa. “Questo bronzo vale una carriera, è stato un lungo percorso dopo un anno difficilissimo”, sottolinea mentre accanto a lei Pavese, la frazionista che ha portato il testimone al traguardo, esulta con garbo, da ultima arrivata. “Sono super emozionata, eravamo molto cariche, poi in questo stadio pieno e con questa presentazione… – ha raccontato – Ho dato tutto quello che potevo, tutto quello che avevamo, e ci siamo prese questo bronzo”. La miglior chiusura per un Europeo da ricordare per l’Italia.
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