In conferenza stampa non ha nascosto nessuno degli stati d'animo che in questi giorni lo stanno attraversando
L’entusiasmo per un nuovo capitolo della sua carriera, l’emozione di ritrovare una maglia che da giocatore “mi ha fatto soffrire”, il peso della responsabilità, la voglia di creare un gruppo “forte”, che sia “come una famiglia”. Nella prima conferenza stampa da commissario tecnico dell’Italbasket, Gianmarco Pozzecco non ha nascosto nessuno degli stati d’animo che in questi giorni lo stanno attraversando. Perlomeno, dal momento in cui è stato informato che avrebbe assunto la guida della Nazionale in sostituzione di Meo Sacchetti. ‘Poz’ si è mostrato commosso, tanto da essere stato costretto a interrompersi davanti ai giornalisti accorsi in un hotel di Milano. Perché se, come ha dichiarato, “oggi so gestire le emozioni in maniera diversa”, l’ex play resta sempre “un allenatore particolare, non ‘classico’: il 13° uomo in campo”.
Al suo fianco il presidente federale Gianni Petrucci, che rivolgendosi al nuovo tecnico, il 22° nella storia della Nazionale, ha messo subito le cose in chiaro su cosa lo attende: “Da oggi la tua vita cambierà, sei l’emblema del nostro movimento”. Proprio Petrucci ha preso la parola ad inizio conferenza, ‘difendendo’ la scelta del cambio sulla panchina azzurra. Pozzecco “lo seguo da tempo, abbiamo un rapporto straordinario. E’ una persona onesta, simpatica, esuberante, sa allenare bene e ha la fiducia della Federazione”, ha dichiarato il numero uno della Fip. “So che alcuni condividono la scelta, altri no. So che il momento può non essere l’ideale. Non è stato facile per me, però ho ritenuto opportuno farlo adesso. Accetto le critiche. Ma più mi si attacca, più sono contento. Io sono convinto che quella di Pozzecco sia la scelta ideale”. Il neo ct si è detto consapevole di essere investito di “una grande responsabilità”. E nel ringraziare Petrucci, ha sottolineato come con il presidente abbia “un denominatore comune, la grande considerazione per la maglia azzurra. Pochi sportivi hanno sofferto come il sottoscritto per la maglia azzurra. Sono stato escluso due volte da due competizioni a cui pensavo di dover participare, nel 1999 e nel 2003 (gli Europei, ndr). Allora dissi che tifavo contro la Nazionale, in realtà tifavo contro la sofferenza che mi lega ancora di più alla medaglia che abbiamo vinto ad Atene 2004. Non me ne vogliano i miei compagni di squadra, ma nessuno ha goduto come ho goduto io”. Oggi, nel giorno, parole sue, “in cui si celebra il funerale di Pozzecco da giocatore”, ritrova l’azzurro da ct. “Il mio ruolo sarà full time. C’è la necessità di avere non solo l’obiettivo di far vincere la Nazionale, ma anche di far crescere il movimento”.Le difficoltà, ovviamente, non mancheranno: “La necessità sarà quella di avere un gruppo unico, riuscire a formare qualcosa che dal punto di vista umano abbia peculiarità forti. Diventa indispensabile creare una sorta di famiglia”.
La certezza è che “lasciare qualcuno a casa sarà per me motivo di sofferenza”, ha aggiunto. E a proposito di convocazioni, “so che avrò pochi margini di errore. Vogliamo creare una Nazionale competitiva, ma anche un gruppo di persone con grande senso di squadra”, ha spiegato. “Io sono molto più elastico di tanti miei colleghi, ma in Nazionale servono determinate regole. Poche, ma che devono essere rispettate”. E ha aggiunto che “se Gigi Datome darà la sua disponibilità farà parte di questo gruppo. Mi auguro che farà tutto il percorso insieme a noi”. Pozzecco ha poi rivelato di aver chiesto a Melli di diventare il capitano azzurro, ma quest’ultimo ha risposto che era giusto darla a Datome: “Un bellissimo gesto”. Il neo ct non si è sbilanciato invece sui possibili rientri di Hackett e Belinelli.Tra i ringraziamenti quelli per Sandro Gamba, che proprio oggi compie 90 anni, all’Olimpia Milano, “per avermi dato la possibilità di essere qui” e a Ettore Messina: “Sono stato un anno al fianco del migliore al mondo”. Parole di elogio anche per il suo predecessore in azzurro: “Sacchetti può essere considerato, per quello che ha fatto, uno dei grandi personaggi dello sport italiano. L’ho chiamato ieri, quello che ci siamo detti sono cose private”. Primo banco di prova per il Poz, gli Europei di settembre. “Il primo ragionamento da fare sarà di tipo atletico, quale sarà scelta la migliore sui giocatori da convocare. Nel calcio, soprattutto, ma anche nel basket, in Italia siamo convinti che essere ‘underdog’ sia vantaggioso. Io non la penso così. Giochiamo in casa, andiamo lì per divertirci. Ma per una medaglia darei una mano…”.
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