Gioia per l'assegnazione all'Italia dei Giochi Invernali 2026 e dati economici che sembrano positivi. Ma esplodono le polemiche contro chi (le sindache M5S di Torino e Roma) si sono tirate indietro sul tema Olimpiade

Milano e Cortina hanno vinto, l'Italia ha vinto. A tutti hanno gioito e, adesso, ovviamente, tutti si sentono vincitori. I Giochi del 2026 si svolgeranno dunque, tra il capoluogo lombardo e le meravigliose piste delle Dolomiti. Il giorno dopo c'è chi comincia a lavorare, chi fa i conti di costi e benefici e chi si toglie qualche sassolino dalle scarpe-

Cominciano a lavorare in Lombardia e Veneto (il sindaco di Milano Beppe Sala e i due presidenti Fontana e Zaia). Si tratta di comunicare, di trovare altri investimenti e di mettere in fila le cose da fare. Perché molti impianti ci sono, ma qualcosa è da costruire. E tutto è da organizzare.

I costi – Circolano diversi studi (Bocconi di Milano, Ca' Foscari di Venezia e Sapienza di Roma). Su un punto sembrano tutti d'accordo: dopo decenni di rovinose perdite, organizzare una moderna Olimpiade può essere redditizio. Purché non si debbano costruire troppi impianti e purché lo Stato ci metta, di suo, le risorse umane per la sicurezza. Entrambe le cose sembrano garantite e, le Olimpiadi del 2026 potrebbero essere redditizie. Si parla di ricavi complessivi di circa 2,5 miliardi (a fronte di 1/1,3 di spese) e di circa 20/25 mila posti di lavoro in ragione di 5mila all'anno.

Il punto delicato resterà quello della fase successiva ai Giochi, quando le entrate dirette cesseranno e si dovrà verificare che impianti e strutture continuino a produrre reddito e non rimangano (come è successo anche a Torino) "cattedrali nel deserto".

Le polemiche – I sindaci M5S di Torino (Chiara Appendino) e di Roma (Virginia Raggi) hanno fatto sinceri auguri ai Giochi lombardo-veneti, ma il presidente del Coni, Giovanni Malagò non ha dimenticato il "no" della Raggi sui Giochi estivi a Roma nel 2024. Malagò lo ha ricordato ieri a Losanna e una parte della città di Torino e gli amministratori del Sestriere non hanno dimenticato di come l'Appendino ha sfilato la sua città dal progetto vincente, di come si è tirata indietro lasciando il trionfo alla rivale lombarda e alle Dolomiti. In questo senso, non le manda a dire, il neo presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: "Non scherziamo. Avremmo potuto e dovuto essere a Losanna a festeggiare. La nostra presenza, con l'eredità del 2006, avrebbe dato più forza alla candidatura italiana e invece eccoci qua: loro festeggiano, noi siamo davanti alla tv. Fa rabbia". Che cosa imputa al suo predecessore Chiamparino e alla sindaca Appendino? "Chiamparino credo abbia fatto quello che poteva, ma alla fine le Olimpiadi sono legate al nome della città, non al territorio. Appendino invece non le ha volute: ha abbandonato un progetto che avrebbe garantito opportunità al territorio. Credo abbia avuto un atteggiamento pregiudiziale", risponde.

"Scriverò per dire che noi ci siamo. Torino e le sue montagne custodiscono un patrimonio di infrastrutture sportive che vale più di mezzo miliardo e credo offra all'Italia un'opportunità unica: ridurre i costi e l'impatto ambientale, dare un esempio di valorizzazione e riuso di strutture che hanno solo tredici anni", aggiunge Cirio. Il sindaco di Milano Sala ha già fatto sapere che è tardi. "Ha detto che il discorso in quella fase era chiuso. E aveva ragione: parlarne a pochi giorni dal verdetto di oggi (ieri, ndr) poteva creare una confusione di cui la candidatura italiana non aveva bisogno. Ora il discorso è diverso e la candidatura italiana credo abbia bisogno di noi. Ne ho parlato con il presidente del Coni Malagò e con il governatore veneto Zaia; non ho incontrato ostilità, anzi – sottolinea – Abbiamo impianti molto recenti mentre Milano e Cortina scontano alcune criticità. C'è un tema di risorse pubbliche che potrebbero essere risparmiate".

Zaia  – Ed ecco il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Questa candidatura porterà un nuovo rinascimento, un incremento di Pil, questa candidatura, è bene ricordarlo, ci ha permesso già di avere un assegno staccato dal Comitato olimpico di 925 milioni di dollari, questo è quello che ha significato. Penso che con questa attività di promozione dello sport in questi tre giorni ci siamo guadagnati la giornata, no?".  "Per me – prosegue il governatore – è un doppio entusiasmo visto che ho voluto con forza questa Olimpiade, mi dicevano che ero un pazzo, che Cortina non avrebbe mai avuto le Olimpiadi e da lì son partito – ha spiegato – Di strada ne abbiamo fatta e, come si dice, da soli si fa prima ma insieme si fa molta più strada per cui aver trovato l'accordo con la Lombardia è stata l'apoteosi. Non è stata una passeggiata perché gli svedesi sono stati avversari politici, si sono giocati tutte le loro carte, ieri alla sessione CIO si sono portati mezza Svezia, regina e principessa comprese, ma noi siamo stati più bravi".

"L'esultanza di oggi ci deve insegnare che bisogna esultare anche quando si fanno le candidature, non solo quando si vincono perché spesso c'è la solitudine portando avanti questi progetti ed è fondamentale avere il popolo dietro. Io ce l'ho avuto in Veneto ma vedo che per molti progetti sembra quasi che siano fatte dai marziani", ha proseguito rivolgendosi ai detrattori dei Giochi. "Io dico sempre ai miei collaboratori che solo i pessimisti non fanno fortuna ed è questo il mood della nostra squadra, dobbiamo essere positivi – concluso – Questa candidatura è iniziata con le polemiche perché nel nostro Paese, unico al mondo, si fa la polemica sui costi, c'è sempre l'azzeccagarbugli della situazione, la realtà è che questi eventi cambiano la storia. E' accaduto con Expo ma anche con altri eventi che ci assegnano alla storia, ancora oggi si ricordano le Olimpiadi Invernali del 2006 di Torino, noi abbiamo bisogno di grandi eventi, di visibilità, anche perché siamo imbattibili su questo fronte".

"Brava Milano, che continua il percorso dell'Expo. Brava Cortina d'Ampezzo, che continua il percorso dei mondiali 2021. Senza Expo e senza Mondiali non ci sarebbero state le Olimpiadi: se lo ricordino i critici di questi eventi che abbiamo voluto e finanziato con forza. E bravi i Sindaci e i Governatori. Ma il bravo più grande va al vero vincitore di ieri sera. Perché ha vinto la squadra, certo. Ma un leader serve sempre e in questa partita c'è stato un capitano senza il quale la squadra non avrebbe nemmeno giocato. Il suo nome è Giovanni Malagò". Lo scrive su Facebook Matteo Renzi. "A Rio 2016 io ho visto al lavoro la splendida squadra del CONI. Roma avrebbe vinto la battaglia contro Parigi e contro Los Angeles come Milano ha vinto contro Stoccolma. Sono dei signori professionisti gli atleti e i ragazzi di Malagò. E siccome per mesi gli hanno fatto polemica su tutto, lasciatemi dire qui pubblicamente: bravo Giovanni. Viva lo sport italiano. E Viva l'Italia che non si arrende mai", aggiunge.

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