La regina dello short track italiano guiderà la delegazione azzurra ai Giochi Olimpici Invernali. "Sono carica, non vedo l'ora di gareggiare"

Il freddo atteso per venerdì sera in occasione della cerimonia d'apertura non la spaventa. Il fatto di essere la portabandiera designata per la spedizione azzurra a PyeongChang, con tutte le responsabilità e i fardelli che ne derivano, nemmeno. Arianna Fontana è pronta a guidare la delegazione azzurra ai Giochi Olimpici Invernali e a debuttare, già nella giornata di sabato, nelle qualificazioni dei 500 metri, la sua gara, che in carriera le ha portato in dote un bronzo a Vancouver 2010 e un argento a Sochi 2014. L'obiettivo è prolungare la striscia vincente anche in Corea del Sud.

La regina dello short track italiano mostra un certo ottimismo a poche ore dal via ufficiale delle Olimpiadi. "Sono tranquilla, qui al villaggio olimpico stiamo bene, penso di essere in forma per le prime gare, non vedo l'ora di gareggiare – ha ammesso la pattinatrice di Sondrio – Noi donne puntiamo tanto sulla staffetta, già il primo giorno sarà importante perché abbiamo il primo turno dei 500 metri e la semifinale della staffetta. Speriamo di riuscire a partire con il piede giusto". Il ruolo di portabandiera nella cerimonia d'apertura della sera prima in tal senso non rappresenta un impiccio, anzi. "E' una spinta, una carica in più. Un onore e un orgoglio – ha evidenziato la valtellinese – Non la vedo assolutamente come un peso". Il segreto dietro una carriera così longeva è "la fame e la voglia di migliorare e vincere". Già, perché la ragazza che conquistò un bronzo in staffetta alle Olimpiadi di Torino all'età di 15 anni è diventata grande e si appresta a sfilare davanti a tutti, con il tricolore tra le mani, sempre con la stessa passione. "Sto già pensando a tutti gli strati che mi metterò sotto la giacca e la tuta da sci – ha scherzato Fontana – Sono pronta".

Ne è fortemente convinto anche Kenan Gouadec, il coach della nazionale italiana di short track. "L'obiettivo è passare tutti il turno: la squadra femminile ha dimostrato continuamente di arrivare sul podio. L'obiettivo è la finale". Zoppica maggiormente invece la controparte maschile, ma il tecnico è consapevole che "siamo alle Olimpiadi e nello short track tutto è possibile. I nostri atleti sono capaci di tutto anche se il livello è altissimo". Inevitabile un riferimento alla campionessa valtellinese, un faro per l'intero movimento. "La vedo molto concentrata, rispetto a quattro anni fa ora c'è più visibilità e attenzione anche grazie a lei – ha ammesso Gouadec – Siamo abituati a grandi aspettative, siamo sereni e tranquilli. Arianna resterà sempre Arianna". Con l'aggiunta di una bandiera pronta a sventolare nella notte di PyeongChang. E magari una medaglia in più al petto da festeggiare qualche giorno più tardi. 

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