I neozelandesi sono di un altro pianeta nel test match con gli azzurri

 Sugli spalti fa festa l'Italia, in campo gli All Blacks. Gli oltre 60mila dell'Olimpico si godono il sole romano e lo spettacolo della Haka ma poco di più, almeno sul fronte Azzurro. Il XV di O'Shea, nonostante la Nuova Zelanda scenda in campo con diverse seconde linee, si arrende con un netto 68-10 che dimostra come il nuovo commissario tecnico irlandese chiamato a sostituire Jacques Brunel abbia ancora molto lavoro da fare nei prossimi test match per presentarsi al Sei Nazioni con una formazione in grado di tenere il campo con le big del vecchio continente.

Gli All Blacks però sono di un altro pianeta e lo mettono subito in chiaro con la prima meta siglata già al quinto minuto con Fekitoa sugli sviluppi di una mischia (7-0). La risposta italiana arriva con un calcio di Canna (7-3) ma serve solo a sporcare il tabellino. L'Italia, come prevedibile, fatica a creare occasioni offensive ma soffre anche in difesa, dove invece si era prefissata un approccio aggressivo, mentre i 'Tutti Neri' banchettano con Faumuina, Tuipolotu, Dagg e Crockett, che schiacciano a più riprese l'ovale oltre alla linea di meta italiana. All'intervallo il punteggio recita 35-3 in favore dei campioni del mondo.

La festa prosegue ad inizio ripresa con Luatua che chiude una splendida azione corale degli ospiti (42-3). Praticamente in fotocopia la meta di Fekitoa a metà tempo (49-3). Con il consueto vortice di cambi il match perde ancora più significato e con esso pure il gioco in campo. L'Italia cala anche dal punto di vista fisico ed i neozelandesi affondano come lame nel burro con Dixon (54-3). A svegliare lo stadio dal suo torpore una lunga volata di Tommaso Boni che, al secondo cap in carriera, sfrutta una palla rubata da Gori e si toglie la soddisfazione di andare in metà contro i leggendari neozelandesi. Allan trasforma (54-10) ed il boato si alza ancora. Come se l'Italia avesse vinto la partita. Il punteggio finale, reso più ampio dalle mete di Ioane (61-10) prima e Naholo (68-10) poi, però dice ben altro. L'Italia fa peggio dell'ultima volta all'Olimpico nel 2012 quando finì 42-10.
 

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