Ibrahim al Hussein è uno dei due rifugiati che gareggeranno in Brasile

Dalla Siria alla Grecia, alle Paralimpiadi di Rio. È la storia di Ibrahim al Hussein, rifugiato siriano che vive, lavora e si allena in Grecia, e sarà uno dei due rifugiati a gareggiare alle Paralimpiadi 2016, che si terranno in Brasile dal 7 al 18 settembre. Al Hussein ha subìto l'amputazione di una gamba dopo essere rimasto ferito in un bombardamento in Siria nel 2012. L'altro rifugiato in gara è Shahrad Nasajpour, iraniano, che attualmente vive negli Stati Uniti. I due saranno gli unici componenti della squadra degli Atleti paralimpici indipendenti, che è stata approvata dal Comitato internazionale paralimpico per competere ai Giochi.

"Era il mio sogno da 22 anni. Pensavo che il mio sogno fosse svanito quando ho perso la gamba, ma adesso è realtà. Non riesco a credere che andrò a Rio". Così Ibrahim ha reagito alla notizia della conferma della sua partecipazione alle Paralimpiadi, "voglio mandare un messaggio a tutti coloro che sono feriti: tutti loro possono realizzare i propri sogni". La storia di Al Hussein è balzata agli onori delle cronache ad aprile, quando è stato un tedoforo: ha rappresentato i rifugiati portando la fiamma olimpica all'interno di un campo rifugiati ad Atene poche ore prima che la torcia venisse consegnata al Brasile, che è appunto il Paese scelto per ospitare quest'anno Olimpiadi e Paralimpiadi. Lui sarà in competizione per le gare di nuoto maschili dei 50 metri e 100 metri in stile libero, con a fianco l'allenatrice Eleni Kokkinou. Dopo avere perso la gamba in Siria nel 2012, Ibrahim è stato ricoverato in ospedale in Turchia per un anno; poi nel 2014 ha attraversato l'Egeo ed è approdato sull'isola greca di Samo, chiedendo asilo in Grecia.

La sua presenza alle Paralimpiadi di Rio, insieme a Nasajpour, contribuirà ad accrescere la consapevolezza del dramma di milioni di rifugiati e richiedenti asilo, nonché a diffondere i valori paralimpici di coraggio e determinazione. Prima di gareggiare, i due rifugiati marceranno alla cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici, il 7 settembre. E nei giorni dell'evento saranno nel villaggio degli atleti insieme a oltre 4.350 sportivi provenienti da 165 Paesi e regioni.

"Siamo molto contenti che il nostro 'figlio' al Hussein vedrà il suo sogno diventare realtà", ha commentato il presidente del Comitato paralimpico della Grecia, Yorgos Fountoulakis, "siamo molto contenti che la nostra proposta per la formazione di questa squadra di rifugiati sia stata accettata e che gli atleti parteciperanno ai Giochi di Rio".

È la prima volta che una squadra del genere gareggerà alle Paralimpiadi. E questa iniziativa segue le orme del fatto che una squadra di rifugiati quest'anno ha partecipato per la prima volta alle Olimpiadi, sempre a Rio de Janeiro, con il sostegno del Comitato olimpico internazionale (Cio).

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