Il nuotatore Usa e i suoi compagni avevano inventato la storia della rapina

Il Comitato olimpico internazionale ha aperto un'indagine disciplinare che si occuperà del caso relativo al nuotatore statunitense Ryan Lochte e a tre suoi compagni di squadra che si sono inventati di essere stati vittime di una rapina a mano armata nel corso dei Giochi di Rio (GUARDA IL VIDEO). La commissione del Cio indagherà per capire se i quattro con il loro comportamente abbiano violato in qualche modo la carta olimpica. Nel frattempo il comitato olimpico americano ha smentito un'indiscrezione della Cnn secondo la quale Lochte sarebbe stato presto sospeso dalla sua federazione.

Dopo giorni di versioni discordanti e colpi di scena terminate con il video che li inchioda alle loro responsabilità il giallo olimpico riguardante Ryan Lochte e tre suoi compagni della nazionale statunitense di nuoto arriva all'epilogo. Nessuna rapina, anzi, un atto di vandalismo coperto da una storia inventata.

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LE SCUSE DI LOCHTE. Dagli Usa ora sono arrivate anche le scuse dell'olimpionico americano. "Voglio scusarmi per il mio comportamento lo scorso fine settimana – ha scritto l'atleta statunitense sui social – per non essere stato più attento e trasparente nel modo in cui ho descritto gli eventi accaduti quel mattino e per aver attirato l'attenzione spostandola dai molti atleti che coronavano i loro sogni di partecipare alle Olimpiadi". Lochte aveva raccontato di essere stato aggredito da uomini armati presso una pompa di benzina mentre era di ritorno da una festa. Le telecamere di sorveglianza hanno poi smascherato la bugia. Il fuoriclasse delle piscine ed i suoi colleghi avevano danneggiato un bagno e per questo il proprietario coadiuvato dalla sicurezza della stazione di servizio aveva chiesto il risarcimento del danno. Nella sua spiegazione, avvenuta tramite i social network, Lochte ha parlato della "barriera della lingua" come causa principale dell'incomprensione. "E' traumatico trovarsi uno sconosciuto con una pistola che ti chiede soldi per lasciarti andare", dice. "Ma – ammette – quella notte, avrei dovuto essere molto più responsabile e per questo sono dispiaciuto per i miei compagni di squadra, i miei tifosi, i miei avversari, i miei sponsor e chi ha ospitato questo grande evento. Questa era una situazione che avrebbe potuto e dovuto essere evitata. Riconosco la responsabilità per il mio ruolo in quanto accaduto, ho imparato alcune preziose lezioni".

Nel frattempo anche il comitato olimpico americano si è scusato "con gli organizzatori e con il popolo brasiliano" per l'accaduto. Mentre Lochte era già negli Usa gli altre nuotatori coinvolti erano stati trattenuti in Brasile per essere interrogati. Gunnar Bentz e Jack Conger sono atterrati a Miami nella notte dopo essere stati per quattro ore in un commissariato brasiliano a spiegare la loro versione dei fatti. James Feigen, invece, ha fatto sapere tramite il suo legale che, per scusarsi dell'accaduto e risolvere la vicenda, pagherà 11 mila dollari ad un ente di beneficenza.
 

 

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