Il 'mea culpa' del nuotatore dopo le bugie e la bravata al distributore di benzina
Ryan Lochte si è scusato a proposito del caso della 'finta rapina' durante ai Giochi di Rio. Il nuotatore americano, insieme ad altri tre compagni di squadra, aveva raccontato di essere stato aggredito da uomini armati al ritorno da una festa. Le telecamere di sorveglianza hanno poi smascherato la bugia. "Voglio scusarmi per il mio comportamento lo scorso fine settimana – ha scritto l'atleta statunitense sui social – per non essere stato più attento e trasparente nel modo in cui ho descritto gli eventi accaduti quel mattino e per aver attirato l'attenzione spostandola dai molti atleti che coronavano i loro sogni di partecipare alle Olimpiadi". "Ho voluto condividere questi pensieri – ha continuato Lochte – ora che ho avuto la conferma che la questione giuridica è stata affrontata ed era chiaro che i miei compagni di squadra sarebbero arrivato a casa in sicurezza".
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Il nuotatore ha rievocato il 'fattaccio': "E' traumatico di essere in ritardo con i tuoi amici in un paese straniero – con la barriera della lingua – e trovarsi uno sconosciuto con una pistola che ti chiede soldi per lasciarti andare, ma a prescindere dal comportamento di chiunque altro, quella notte, avrei dovuto essere molto più responsabile nel modo in cui io ho gestito e per questo sono dispiaciuto per i miei compagni di squadra, i miei tifosi, i miei avversari, i miei sponsor e chi ha ospitato questo grande evento. Questa era una situazione che avrebbe potuto e dovuto essere evitata. Riconosco la responsabilità per il mio ruolo in quanto accaduto, ho imparato alcune preziose lezioni".
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