Rio, la jesina non conferma il titolo di Londra e conquista l'argento nel fioretto

La regina ha perso la corona, ma non il sorriso. Certo, perdere un oro fa sempre male in un Olimpiade. Però Elisa Di Francisca non è donna da rimpianti: il suo animo da guerriera, c'è da giurarci, la porterà a riprovarci a Tokyo e riprendersi il titolo conquistato quattro anni fa a Londra. Intanto, la punta di diamante del nostro fioretto ha comunque un bellissimo argento da festeggiare, il terzo della scherma in questa edizione dei Giochi. Conquistato in una combattutissima finale, culminata in un finale thrilling, nel quale Elisa ha sfiorato la clamorosa rimonta. Avversaria la russa Inna Deriglazova che si è imposta 12-11. In semifinale la jesina aveva battuto la franco-tunisina Ines Boubakri poi vincitrice del bronzo: un risultato storico, che porta per la prima volta un Paese africano sul podio olimpico del fioretto femminile.

"Sono felice, ho dato tutto quello che avevo in questa giornata. Non il meglio di me, perché comunque so fare altre cose, altra scherma", l'analisi della fiorettista italiana. "Però ho avuto momenti di paura, momenti in cui ero bloccata. Non sono riuscita a trovare l'equilibrio fino alla fine". "Il tentativo di rimonta del finale? Sono stata una leonessa che non si è voluta rompere il naso, perché memore di quanto successo a Torino mi son detto: o mi rompo il naso per l'oro o me la prendo con calmaà", ha scherzato. Poi non si sbilancia a chi le fa notare qualche dubbia stoccata dell'avversaria nel finale: "Mi sono ripromessa di non parlare di questa cosa. Non ho voglia. E alla fine sono stata stupida io". Un'amarezza che però gradualmente è andata scemando sul podio, dove la marchigiana ha mostrato una bandiera d'Europa. Un gesto, ha spiegato, dedicato "a Parigi e Bruxelles. Un messaggio per dire che l'Europa esiste ed è unita contro il terrorismo. Non siamo come loro, dobbiamo amare e non avere paura".

Il secondo posto di Di Francisca ha reso meno amaro il bilancio azzurro della giornata all'Arena Carioca. La delusione più grande, non si può nasconderlo, è arrivata da Arianna Errigo. Per l'atleta monzese, argento a Londra dietro a Di Francisca, si prospettavano orizzonti di gloria in terra sudamericana, invece si è fermata nel turno delle 16 contro la canadese Eleanor Harvey. Risultato finale 15-11, e non si può evitare la parola debacle: l'azzurra era in vantaggio 10-5 prima del crollo. Troppa pressione da reggere, forse, viste le altissime aspettative. La spiegazione di Errigo, mentre lottava per trattenere le lacrime: "Stamattina non mi sentivo bene, non sono riuscita a gestire la tensione, come invece faccio sempre negli appuntamenti importanti. Questa era l'età giusta per fare bene. C'è da pensare a Tokyo 2020 ma in questo momento non riesco a guardare avanti". La monzese non ha poi lesinato stoccate al suo maestro Giulio Tomassini, con cui si è separata lo scorso gennaio.

Restano a secco, invece, gli uomini. Aldo Montano non va oltre i quarti di finale: il livornese si è arreso al russo Nikolai Kovalev, campione del mondo. Il commento finale è dolceamaro: "E' stato già un successo giungere qui dopo l'operazione alla spalla. Quando poi però sei in pedana e vieni eliminato, la delusione arriva. Soprattutto se hai l'amaro in bocca per alcune ricostruzioni arbitrali che non ho condiviso". Il vincitore del meraviglioso oro ad Atene 2004 a Tokyo avrà 42 anni: "Sono un immortale", ha scherzato. "Ma bisogna essere competitivi, non si può andare tanto per andare". Sulla vicenda doping russo, non ha lesinato una punzecchiata alla federazione di Mosca: "Se era giusto escluderli? Serviva più chiarezza". Subito fuori al primo assalto l'altro azzurro in gara, Diego Occhiuzzi, sconfitto dal vietnamita Thanh An Vu.

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