"C'è Aru che sta preparando il Tour, sarà lui a puntare alla classifica". L'obiettivo più importante resta Rio

La dolce e fresca sensazione del trionfo torinese nel Giro d'Italia 2016, davanti alla propria famiglia e a una folla festante, è ancora troppo intensa per essere già etichettata a ricordo, ma per Vincenzo Nibali il successo nella corsa rosa rappresenta un ottimo trampolino di lancio in vista dei prossimi impegni stagionali, incentrati sul Tour de France e soprattutto sull'Olimpiade di Rio de Janeiro. "Ora staccherò dieci giorni e poi inizierò il lavoro con il gruppo che sta già preparando il Tour de France  – ha spiegato lo 'squalo' in conferenza stampa -. Avremo modo di pensare ai prossimi appuntamenti, chiaro che per me è molto importante l'Olimpiade". Il ciclista dell'Astana successivamente ha chiarito quali saranno i suoi compiti nella Grande Boucle, che scatterà il 2 luglio da Mont Saint-Michel. "C'è Aru che sta preparando il Tour, sarà lui a puntare alla classifica, io sarò lì per dare il mio supporto – ha evidenziato – Vediamo come gireranno le gambe, ma il mio obiettivo resta l'Olimpiade".

Una gara particolare, che si disputa ogni quattro anni, e su cui il messinese punta molto considerando che il percorso si addice alle sue caratteristiche. "Sono andato per una ricognizione a gennaio, è un percorso molto difficile – aveva raccontato poco prima ai microfoni di Rai Sport a tal proposito – Si correrà in cinque uomini, sarà una gara dove bisognerà curare veramente il dettaglio. Ci giochiamo tutto in un giorno, non sarà semplice". Se i piani per questa stagione sono chiarissimi, il futuro di Vincenzo – probabilmente lontano dall'Astana – è ancora avvolto nel mistero. "I termini sono prefissati come da regolamento Uci – si è limitato a dire il vincitore del Giro – alle spalle c'è un agenzia, la A&J Sports Management, che sta lavorando per me. In questo momento sono loro che curano la mia immagine e tutto il resto".

La vittoria finale però ha permesso a Nibali anche di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. E di svelare alcuni retroscena dei giorni scorsi. "Mi sono sentito attaccato dai media anche senza motivo, però alla fine mi sono solo concentrato sulla corsa, non ho guardato più giornali o altro – ha rivelato il corridore siciliano – Le difficoltà sulle Dolomiti? Ho avuto un leggero problema intestinale, è stato quello che forse mi ha leggermente indebolito. Il giorno di recupero è servito anche per metterci a posto. Le analisi sono state fatte per capire se avevo qualche problema, non avevo mai detto di voler tornare a casa", ha tenuto a precisare Nibali a proposito delle voci di un possibile ritiro che si erano diffuse nei giorni scorsi, proprio nel momento più difficile. Prima della rinascita di Risoul, coincisa con l'addio ai sogni rosa di Kruijswijk.

"Sul Colle dell'Agnello negli ultimi 3 km sono stato io ad attaccare in cima, ho visto la maglia rosa un po' sofferente, con il respiro molto pesante. E' stato lì che ho capito di star meglio e di poter attaccare anche in discesa e mettere pressione", ha raccontato il campione messinese indicando nella salita francese il punto di svolta del suo Giro. "Si attacca in ogni terreno, anche in discesa – ha aggiunto – In cima al Colle dell'Agnello ho capito che si poteva ribaltare il Giro". Una missione impossibile, ma non per lo 'squalo' capace di far gioire ancora una volta l'Italia intera.
 

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