Gli sforzi del team di Maranello non sembrano adeguati a colmare il gap rispetto a chi sta davanti

Non ci sono stati sorpassi mozzafiato, nel Gp di Montecarlo, ma ci sono state comunque tante emozioni, complici il (mal)tempo, i cambi gomme, i numerosi incidenti. Insomma, nessuno si è ammazzato per la noia anche se è tornata a vincere la Mercedes, stavolta con Lewis Hamilton; secondo è arrivato Daniel Ricciardo, tradito dai meccanici che hanno combinato un bel pasticcio nel passaggio degli pneumatici super wet a soft. A ben considerare si sono invertite le posizioni rispetto alla griglia di partenza, nessuno però avrebbe immaginato che Nico Rosberg venisse risucchiato da una prestazione tanto anonima (6°) e che il messicano Sergio Perez, sulla Force India, conquistasse la terza piazza. Le Ferrari? Appena sufficiente Sebastian Vettel, quarto al traguardo; gravemente insufficiente, al contrario, Kimi Raikkonen, che è andato a sbattere all'undicesimo giro contro le barriere di protezione e ha finito anzitempo le sue fatiche.

Le riflessioni a margine riguardano innanzitutto l'uso smodato di safety car e virtual safety car. Il Gran Premio è cominciato al seguito della safety per sette giri, con una prudenza esagerata da parte del commissario di corsa, poi ci sono state altre 'incursioni' che hanno limitato le rimonte. Qualcosa va rivisto nel sistema che governa questo tipo di soluzione d'emergenza.

Poi la Ferrari. Ora è lecito di parlare di crisi a Maranello, perché i due alfieri della Mercedes scappano e, da un paio di Gran Premi, la Red Bull ha scalzato le Rosse dalla posizione di prima tra i secondi. Gli sforzi del team principal Maurizio Arrivabene e di tutta la squadra non sembrano adeguati a colmare il gap rispetto a chi sta davanti. Come ha ammesso Vettel un "problema c'è": ed è abbastanza visibile. Nel Principato, per la prima volta dall'inizio del Mondiale, la Ferrari non è riuscita a salire sul podio e questa assenza non può che aprire un processo interno. Saranno giorni delicatissimi, a Maranello: il prossimo appuntamento è fissato per il 12 giugno, in Canada, un circuito che non si addice alla Rossa: l'ultima vittoria risale infatti al 2004, con Michael Schumacher.

Infine Hamilton. La sua strategia di corsa è stata perfetta: ha resistito con le gomme da pioggia oltre qualsiasi immaginazione, aspettando che la pista si asciugasse e tenendo a bada Ricciardo, poi ha calato le ultra soft e non è stato più raggiungibile da nessuno. Una condotta di gara eccezionale, un fiuto per il trionfo davvero particolare: "Grazie a Dio è andata come speravo. Ho pregato tanto tempo per una giornata del genere, mi sento un privilegiato. La scelta di tenere le gomme da bagnato? Credo di non averle mai portate così tanto, per fortuna hanno retto", ha raccontato dopo aver tagliato il traguardo, dribblando i facili trionfalismi ed evitando di specificare che il Mondiale si è riaperto. In fondo, nel suo caso non servono parole, bastano e avanzano i fatti.

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