Con Olimpiade nella capitale arriverebbero 177mila posti lavoro
– "Come le Olimpiadi del 1960 segnarono un passaggio importante nello sviluppo economico e sociale dell'Italia il mio auspicio e che i Giochi del 2024 possano diventare il crocevia di una nuova crescita contrassegnata da qualità e sostenibilità". Sono le parole del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad aprire la presentazione del dossier della candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Una scelta fatta per dimostrare ancora una volta di più ai mille ed oltre invitati al Palazzo dei Congressi dell'Eur che l'Italia è compatta nell'inseguire il sogno olimpico.
I due motori della candidatura, il presidente del comitato promotore Luca Cordero di Montezemolo, e quello del Coni, Giovanni Malagò, si dividono palco e compiti. Al primo tocca spiegare la parte economica relativa al budget della candidatura. "Il costo per gli impianti permanenti per i Giochi di Roma 2024 è di 2,1 miliardi", dichiara. A questi vanno aggiunti "3,2 miliardi per impianti temporanei e costi di gestione ed organizzazione", per un totale di 5.3 miliardi. A riguardo di ciò però Montezemolo spiega che l'intento è quello di coprire questa seconda voce di costi con le entrate derivanti dal contributo del Cio, degli sponsor e dei ticket. "Il dossier ha al centro l'arte italiana dell'accoglienza, ma il sottotitolo dice che è la più grande festa dello sport". aggiunge l'ex numero uno della Ferrari. " Presentiamo obiettivi chiari e realistici che ci impegniamo non solo a raggiungere ma soprattutto a rispettare – dichiara – i pilastri della candidatura sono elevata trasparenza, approccio low cost, condivisone e coinvolgimento, miglioramento della città". Secondo gli studi del Comitato le Olimpiadi a Roma porterebbero 177mila posti di lavoro nei sei anni dal 2017 al 2024 ed un contributo incrementale alla crescita del Pil della Regione Lazio, inclusa Roma, di oltre il 2,4% con una media annua intorno allo 0,4%.
Mentre Roma presenta la candidatura i bookmaker tagliano la quota della Capitale facendola diventare la seconda favorita alla corsa alle spalle della sola Los Angeles ma davanti a Parigi ed al fanalino di coda Budapest. "Teniamo i piedi per terra ma vuol dire che siamo sulla strada giusta", la reazione di Malagò appena saputa la notizia. Il presidente del Coni declina l'ubicazione dei vari impianti e prende un impegno preciso sullo stadio Flaminio: "Spero di non dover aspettare il 13 settembre 2017 (giorno in cui verranno assegnati i Giochi a Lima in Peru, ndr) per vedere risolto il problema dello Stadio Flaminio. Altrimenti promettiamo che lo risolveremo".
Se il mondo dello sport sostiene compatto la candidatura, "mi sembra tutto fantastico", dice l'invitato illustre Marcello Lippi, quello della politica in grande maggioranza fa altrettanto. "Roma ce la fa e ce la deve fare", afferma il commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca. "A prescindere dall'esito della candidatura mi piace che si stia lavorando per dare di Roma l'immagine che merita", gli fa eco il prefetto Franco Gabrielli. Grande sostegno anche dal candidato alle primarie del Pd, Roberto Giachetti. Voce fuori dal coro quella del segretario dei Radicali Italiani, Riccardo Magi che parla di "scelte sbagliate" e continua a chiedere un referendum cittadino insieme al candidato sindaco di Si, Stefano Fassina. Pronta la risposta dal palco di Malagò parlando di polemica "politica e strumentale". "Se non ci fosse la scadenza elettorale non se ne parlerebbe neanche perché dalla Presidenza della Repubblica fino all'Assemblea capitolina c'è stata pressoché unanimità", ribadisce.
Senza fare nomi, infine, il numero del Coni difende a spada tratta la scelta di posizionare il villaggio olimpico a Tor Vergata, criticata negli scorsi giorni dall'ex sindaco Ignazio Marino definendo quella presa: "una scelta obbligata". "L'esigenza – prosegue – è quella di creare un parco olimpico, dove ci sono gli atleti ma al tempo stesso devono essere inserite più venues sportive possibili. Collocarlo al Foro Italico o alla Fiera avrebbe reso automaticamente non competitiva la candidatura". Un'eventualità che Montezemolo e Malagò non hanno alcuna intenzione di prendere in considerazione, specie dopo aver presentato un budget da loro definito come "il più basso nella storia".
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