"La Juve ha 10-11 campioni, il Napoli 6 o 7. All'Inter oggi non ne vedo così tanti, due o tre, troppo pochi".

Una sola vittoria nelle ultime cinque gare, una difesa che sbanda e un attacco che – gara con il Verona a parte – fatica a segnare più di un gol a partita. Sono questi i numeri che certificano la crisi dell'Inter, passata in poco più di un mese da lottare con Juve e Napoli per lo scudetto a dover inseguire anche il terzo posto che vale la Champions League, dopo la bruciante sconfitta maturata ieri sera a Firenze. Per Gigi Simoni, che ha guidato l'Inter di Ronaldo al trionfo in Coppa Uefa e al secondo posto in campionato nella stagione 1997/98, la classifica attuale rispecchia però la reale forza dei nerazzurri. "E' stato fatto un lavoro a metà, Mancini è stato bravissimo negli ultimi anni, ha fatto cose importanti, ma qui non riesce a trovare una soluzione definitiva – ha dichiarato in un'intervista a 'LaPresse' – Sono stati fatti tanti acquisti ma non c'è una squadra con un'idea unica, hanno tanti giocatori in un reparto e meno in un altro. Mi dispiace molto perché all'Inter sono legato, però non hanno centrato tutti i giocatori, spesso devono cambiare". L'attuale presidente della Cremonese è convinto infatti che Mancini non "abbia a disposizione più di due o tre campioni" ma rimane sicuro che la squadra "possa raggiungere" il terzo posto, a patto di ritrovare la giusta serenità visto che l'ambiente è condizionato da un "nervosismo assolutamente negativo".

Come si spiega il periodo negativo dell'Inter?

E' chiaro che in questo momento faccia vedere la sua faccia più brutta. E' un momento di difficoltà, la squadra non è stata centrata nei rapporti tra i giocatori, chi è davanti si lamenta perché arrivano pochi palloni, chi è dietro lo fa perche non si segna. All'inizio c'era la difesa che teneva, con un grande portiere. Adesso è venuta fuori una realtà negativa.

Quanto ha influito il nervosismo delle ultime settimane nelle prestazioni della squadra?  

Ci sono tanti giocatori nello stesso reparto, gli attaccanti che stanno fuori si lamentano e non sono sereni. Ha cominciato a risentirne anche il centrocampo, che era un reparto di forza. E anche la difesa, che aveva tenuto benissimo, ha iniziato ad avere qualche scricchiolio".

Le ultime dichiarazioni polemiche di Mancini rilasciate alla stampa possono aver agitato ancor più l'ambiente e tolto sicurezze all'Inter?  

Sono ragioni che magari esistono ma nel calcio si sa che gli errori, anche arbitrali, possono capitare. La squadra così rischia di perdere la sua identità. Il nervosismo è un veicolo per il fallimento, più si è nervosi più si agitano anche magari quelli che sono calmi. Mancini è un ottimo allenatore che stimo, è in gamba, però deve stare un attimo più calmo. A volte capitano, è successo anche a me, situazioni che facciano innervosire, però ho sempre avuto l'abitudine di trascurarle".

Il fiore all'occhiello della campagna acquisti nerazzurra, Geoffrey Kondogbia, sta deludendo le aspettative. Colpa dell'elevata cifra che è costato?

Il prezzo di un giocatore deve essere pari al valore, se così non è chiaro che il fallimento si nota di più. Però ho visto Kondogbia fare buone cose in qualche momento, dando la sensazione di ottime qualità, e altri in cui ha sbagliato la partita. Quando uno viene pagato quella cifra può capitare che faccia delle gare sottotono.

L'Inter è mai stata davvero in lotta per lo scudetto?

Se i campioni sono pochi è molto difficile diventare una squadra da scudetto. La Juve ha 10-11 campioni, il Napoli 6 o 7. All'Inter oggi non ne vedo così tanti, due o tre, troppo pochi.

Quanto può influenzare sui risultati della squadra la lontananza del presidente Thohir, che non può essere sempre presente?

E' molto carino questo presidente, ha sempre delle buone parole. Chiaro che Moratti era un personaggio che era vicino, amato e apprezzato, sempre attaccato alla squadra. Ma di Moratti ne viene uno solo. Thohir comunque nelle dichiarazioni è una persona che stimo, mi piace.

Qual è la sua ricetta per uscire da questo momento difficile? Bisogna stare calmi, cercare di stringere il cerchio attorno al gruppo, senza star dietro al nervosismo, che è assolutamente negativo. Il nervosismo porta altro nervosismo, può darsi che molti abbiano reso meno di quello che valgono.

L'Inter può ancora raggiungere la zona Champions League?

Il momento direbbe di no, ma sulla carta questa squadra ha la potenzialità per essere alla pari delle altre squadre, tolte le prime due (Juve e Napoli, ndr). E' un obiettivo che possono sicuramente raggiungere.

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