Il match winner di Juventus-Napoli punta alla maglia azzurra per l'Europeo, mentre il ct serbo vuole smentire Barbara Berlusconi

Rewind. Insomma, riavvolgiamo il nastro di una giornata di campionato che non è stata proprio banale. Ecco: Simone Zaza, a suo modo, ha riportato i pronostici in linea con le previsioni dell'estate scorsa, quando tutti (o quasi tutti) davano per favorita la Juventus, lanciata verso il quinto scudetto consecutivo e – per estensione del concetto – verso un record storico. Ora ri-comandano i bianconeri, che hanno messo insieme 15 vittorie di fila dopo un inizio di campionato inquietante, fatto di cadute e scivoloni, di esperimenti tattici sballati e infortuni più o meno gravi. La sberla di Reggio Emilia, contro il Sassuolo, ha impresso la svolta, il resto è venuto quasi per forza d'inerzia. Non che il Napoli sia tagliato fuori dalla lotta scudetto, al contrario, perché proprio allo Stadium ha dimostrato di saper reggere l'impatto contro la squadra vicecampione d'Europa, però la sconfitta un po' ridimensiona certe ambizioni di gloria. I ragazzi di Maurizio Sarri, calendario alla mano, a cominciare proprio dalla prossima giornata (scontro con il Milan), sono sulla carta sfavoriti. Ma 39 punti a disposizione sono tanti e nulla è deciso.

Senza l'infortunato Mandzukic e con Morata di nuovo vittima di una insostenibile mollezza, è stato l'attaccante di scorta a decidere la supersfida e a spostare gli equilibri. Zaza che a gennaio meditava di andarsene per trovare spazio da un'altra parte e per non perdere il treno della Nazionale. Adesso sarà più semplice per Antonio Conte portarlo all'Europeo, anche se la strada è ancora lunga e le scelte azzurre diventeranno definitive a primavera inoltrata. Eppure Zaza c'è, ruvido e determinato, spigoloso e letale. Ne sa qualcosa Pepe Reina, in effetti.

Nello spezzatino del venticinquesimo turno, oltre al quarto successo di fila della Roma e in attesa del posticipo tra Fiorentina e Inter, la vittoria del Milan assume un significato che va oltre la prestazione in se stessa. Il Genoa, ormai, è poca cosa, però era fondamentale per Mihajlovic non perdere contatto dalla terza in classifica, perché il tarlo del tecnico serbo continua a essere la Champions League. Al punto che, alla faccia di quanto dichiarato recentemente da Barbara Berlusconi, Miha continua a insistere sulla volontà di centrare un obiettivo ambizioso, fino a qualche settimana fa fuori dalla portata dei rossoneri. Nel posticipo di lunedì, a Napoli, forse sarà più facile capire qual è il vero spessore del Milan e prenderne le misure.

Dopo una sfilta infina di risultati negativi, il Torino ha ripreso a camminare a Palermo, contro un avversario fiaccato dai continui cambi di allenatore. Sono cinque, in questa stagione, a testimonianza che la volatilità di Maurizio Zamparini è peggiore di quella della Borsa. La crisi dei siciliani è diventata una medicina prodigiosa per Giampiero Ventura, contestato domenica scorsa dai tifosi granata e in bilico a dispetto delle chiacchiere di Urbano Cairo. In difficoltà è pure l'Udinese, battuta dal Bologna con una rasoiata di Destro e a cinque punti dal Frosinone, cioè dalla serie B. Indolore, al contrario, il pareggio tra Samp e Atalanta, sotto la pioggia. Un brodino, nulla di più…

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