La Pulce entra nella storia, lo juventino Pogba nel miglior undici del 2015
Lionel Messi cala la 'manita'. Il fuoriclasse del Barcellona si aggiudica l'edizione 2015 del Pallone d'Oro vincendo per la quinta volta in carriera l'ambito riconoscimento organizzato dalla Fifa e da France Football. La 'Pulce' stacca così ancor più Van Basten, Cruijff e Platini, fermi a quota tre, gli stessi di Cristiano Ronaldo, che dopo due successi consecutivi si è dovuto inchinare di fronte ai numeri di Messi, in una stagione in cui il Barcellona ha dominato in Spagna e in Europa.
Sono 52 le reti segnate in 61 presenze, cifre che sarebbero state ancor più 'gonfiate' se l'attaccante non fosse rimasto fuori un paio di mesi per infortunio nella seconda parte dell'anno, con un bottino complessivo che include la Liga, la Coppa del Re, la Supercoppa Europea, la Champions League e il Mondiale per Club. Ecco perché, mai come quest'anno, il trionfo del numero dieci catalano era ampiamente pronosticato. Visibilmente emozionato, Messi ha abbandonato l'eccentricità degli anni scorsi presentandosi sul palco di Zurigo con un look più tradizionale. "E' un momento molto speciale.
E' davvero incredibile, è il quinto, è molto più di quello che potevo immaginare quando ero ragazzino – ha ammesso dopo aver ricevuto il premio da Kaka – Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, così come i miei compagni, senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile". Quindi, una dedica speciale al 'Calcio', con tanto di carezza al trofeo appena conquistato "per tutto quello che mi ha regalato, sia nel bene che nel male – ha sottolineato – Mi ha fatto crescere e imparare tantissime cose nella vita". In una stagione forse irripetibile a livello di club, l'unica 'macchia' per Messi è arrivata con la maglia dell'Albiceleste: la sua Argentina infatti ha perso la Coppa del Re in finale contro il Cile. Un successo con la nazionale è la sola cosa che manca alla 'Pulce' per la definitiva consacrazione al livello delle leggende come Maradona e Pelè, che proprio come lui hanno segnato un'era. Il fuoriclasse dei blaugrana ne è consapevole e non a caso nella conferenza stampa prima della cerimonia ha ammesso di preferire "un Mondiale a cinque Palloni d'Oro" spiegando che "i successi collettivi sono migliori di quelli individuali".
Dopo i trionfi nel 2009, 2010, 2011 e 2012, Messi quest'anno ha sbaragliato la concorrenza ricevendo quasi una preferenza su due: con il 41,33% dei voti, l'argentino ha preceduto Cristiano Ronaldo (27,6%) e Neymar (7,86%), che studia da erede e si congratula con il compagno. "Ha meritato, è il miglior giocatore del mondo oggi – ha ammesso – Sono molto felice per lui, è un mio compagno e amico". Decisamente sereno anche l'attaccante del Real Madrid che poco prima aveva sottolineato come Leo avesse "maggiori opportunità di vincere, così come Neymar. Se sono qui oggi è perché lo merito per la stagione che ho fatto". A sorpresa l'unico giocatore capace di battere in qualcosa Messi è stato il brasiliano Wendell Lira, premiato dal pubblico con il 'Puskas Award' per il miglior gol del 2015. "E' un momento unico nella mia vita", ha spiegato il giocatore protagonista di una splendida rovesciata realizzata tuttavia nel campionato di Serie D durante il derby tra Goianesia e Atletico Goianiense. Dietro di lui proprio la 'Pulce', in gara per una serpentina in occasione nella finale di Coppa del Re con l'Athletic Bilbao, e Alessandro Florenzi, l'unico italiano in lizza per un riconoscimento nella serata di Zurigo. Il suo stupendo eurogol da distanza siderale in occasione della sfida di Champions League con il Barcellona non è bastato per vincere il premio, ma il centrocampista giallorosso l'ha presa comunque con filosofia. "L'Italia è più piccola del Brasile e questo si è visto – ha scherzato il giocatore giallorosso – Sono stato già contento di essere qui, posso fare sempre meglio. Proverò a fare gol migliore di quello che ho segnato (al Barcellona, ndr) anche se la vedo difficile. E' stata una bellissima giornata, l'ho vissuta con la tranquillità di un bambino che va al parco giochi".
Stesse sensazioni per un altro pezzo di Serie A presente al gala del Pallone d'Oro, Paul Pogba. Il centrocampista della Juventus è stato l'unico giocatore che milita in Italia a essere inserito nella Top 11 della Fifa, come di consueto dominata da Barcellona e Real Madrid con quattro giocatori per parte. "Sono un centrocampista, non un attaccante, ma vincere il Pallone d'Oro è un sogno che vorrei raggiungere – ha ammesso il francese, che per l'occasione ha indossato un abito nero con motivi floreali dorati – E' già un sogno per me essere qui vicino a questi grandi giocatori, devo ancora continuare. Sono molto emozionato nel sentire questa adrenalina. Voglio esserci tutti gli anni. Devo ringraziare la Juve, altrimenti non sarei qui". Oltre a Pogba, la Fifpro World XI vedeva Neuer in porta, Sergio Ramos, Marcelo, Thiago Silva e Dani Alves in difesa, Iniesta e Modric a centrocampo, Ronaldo, Messi e Neymar in attacco. Per quanto riguarda gli altri premi, il Barcellona è stato omaggiato anche con il riconoscimento per il miglior allenatore, andato a Luis Enrique, assente come di consueto in questo tipo di cerimonie. Tra le donne infine hanno spadroneggiato gli Stati Uniti vincitori dell'ultima Coppa del Mondo: Carli Lloyd è la miglior giocatrice, Jill Ellis, ct degli Usa, il miglior tecnico di calcio femminile.
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