Torino, 9 nov. (LaPresse) – Terremoto nel mondo dell’atletica. La Commissione Indipendente della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, ha chiesto che la federazione russa venga bandita a causa dei diffusi reati in tema di doping. A rischio c’è la partecipazione stessa della Russia ai Giochi Olimpici di Rio l’anno prossimo. Al centro dell’indagine, guidate dall’Interpol, ci sono accuse riguardanti richieste di denaro agli atleti al fine di ‘coprire’ test medici che mostrano l’utilizzo di doping. A tal proposito le autorità francesi la scorsa settimana hanno messo sotto indagine l’ex numero uno della Iaaf, la Federazione Internazionale di atletica, Lamine Diack. Il dirigente senegalese è accusato di aver ricevuto più di un milione di euro in tangenti nel 2011 per coprire test antidoping positivi da parte degli atleti russi.

A questo punto la ‘palla’ passa alla Iaaf, che dovrà decidere quale sanzione adottare nei confronti della Russia. Una decisione che potrebbe arrivare già a novembre. “Le informazioni sono allarmanti. Abbiamo bisogno di tempo per analizzare correttamente e comprendere i risultati dettagliati inclusi nel rapporto – ha dichiarato l’attuale presidente della Federazione Internazionale di Atletica Sebastian Coe – Faremo tutto il necessario per proteggere gli atleti puliti e ricostruire la fiducia nel nostro sport. La Iaaf continuerà ad offrire alle autorità la piena collaborazione nelle loro indagini”, ha concluso Coe, che ha posto come deadline la fine di questa settimana per avere una spiegazione da parte della federazione russa al report (di 323 pagine) diffuso dalla Wada. Da Mosca al momento si cerca di minimizzare l’accaduto. Secondo Vadim Zelichenok, capo ad interim della Federazione russa di atletica, né l’Agenzia mondiale antidoping (Wada), né il Comitato Olimpico Internazionale hanno il diritto di sospendere la Russia dall’atletica mondiale.

“E’ solo una raccomandazione”, ha detto a Reuters Zelichenok, riferendosi al rapporto della commissione indipendente istituita dalla Wada. Il ministro dello sport russo Vitaly Mutko ha aggiunto che non ci sono prove che attestino quanto affermato dalla Wada. E’ di stesso avviso anche la Rusada, l’agenzia antidoping russa, che ha definito “infondate” le accuse lanciate contro la Russia.

Non sembra dello stesso avviso il Cio, che ha definito “scioccante e molto triste” per il mondo dello sport il report pubblicato dalla commissione indipendente della Wada. In tema di doping la posizione del Comitato Olimpico Internazionale è chiara. “Per quanto riguarda i Giochi Olimpici il Cio continuerà a prendere tutte le misure necessarie per salvaguardare lo sport pulito – si legge ancora nel comunicato – Se verranno accertate delle infrazioni sulle regole antidoping da parte di alcuni atleti o del loro entourage la politica sarà di tolleranza zero”. Anche dall’Italia sono arrivate le prime reazione a questo nuovo scandalo doping. “E’ una notizia scioccante. Un procedimento che merita di essere approfondito. E’ evidente che è una notizia che fa tanta rabbia – ha dichiarato il presidente della Fidal Alfio Giomi a margine del Consiglio Nazionale del Coni – Credo che l’Italia abbia seguito la strada giusta – aggiunge – E’ evidente che tutto questo fa vedere sotto una luce chiara quello che è avvenuto dall’altra parte del mondo, ma le dimensioni dello scandalo sono in termini tali che è giusto aspettare e vedere fino in fondo quello che accade. E’ chiaro che adesso la Iaaf è di fronte a un bivio non da poco”, ha concluso il numero uno della Federazione Italiana di Atletica Leggara. Gli fa eco il presidente del Coni Giovanni Malagò. “E’ una notizia bomba, ora voglio documentarmi bene e leggere tutto il report. Certamente è qualcosa di clamoroso anche perché da quello che ho capito la Wada accusa il governo russo di intimidazione nei confronti dei laboratori antidoping – ha spiegato il numero uno dello sport italiano – Ora la notizia è ‘a caldo’ anche per me e voglio capirne qualcosa di più. Non serve un commento perché basta già l’incredibile portata della vicenda”.

A Londra nel 2012, nell’ultima edizione dei Giochi Olimpici, la Russia si posizionò seconda nel medagliere con 82 medaglie raccolte complessivamente, di cui 17 solo nell’atletica. Un’edizione delle Olimpiadi “sabotata” dalla presenza di atleti russi sospettati di aver fatto ricorso a sostanze dopanti, stando alle parole del presidente della commissione indipendente della Wada Richard Pound, che ha rivelato come siano 1417 i campioni deliberatamente distrutti dai laboratori antidoping della Russia. Il report della Wada chiede poi la squalifica a vita di alcuni coach russi ritenuti “fuori controllo” e di atleti come Mariya Savinova e Ekaterina Poistogova, rispettivamente medaglia d’oro e di bronzo negli 800 metri a Londra. Sullo sfondo di questa nuova inchiesta che rischia di minare nuovamente la credibilità del mondo dello sport resta anche l’indagine di corruzione che ha investito la Fifa, con la sospensione del presidente Sepp Blatter e di altre 14 persone tra funzionari e dirigenti. Anche in questo caso la Russia è sempre nel mirino, in merito all’assegnazione dei Mondiali in programma nel 2018.

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